sabato 6 marzo 2010

Codici, media e controllo sociale


 

 
--> La vicenda di Tangentopoli ha mostrato, una volta di più, quale enorme potere di condizionamento sociale sia detenuto nel controllo dei media; la vicenda politica italiana degli ultimi lustri, del pari, conferma ulteriormente il fatto che il controllo dei media è essenziale per esercitare un’azione psicologica di vasta e profonda persuasione e stringere in mille morse quotidiane l’arcipelago delle risposte.
Come e perché ciò avvenga è noto da tempo.


-->
I fisiologi dell’Ottocento (Secenov, Pavlov, ecc.) avevano posto in evidenza la capacità degli animali di riflettere la realtà circostante “tramite i segnali della stessa, rappresentanti da fenomeni e proprietà che non hanno un’importanza immediata per l’attività vitale dell’organismo, ma che sono in un determinato rapporto con altri fenomeni e proprietà importanti in senso biologico”. Definiamo questa capacità come “primo sistema di segnalazione”.
Essendo l’uomo, in primis, un animale, il suo comportamento è condizionato anche da fattori biologici e fisiologici, ma ovviamente esso non può essere riducibile a semplici schemi di stimolo-risposta e neppure al meccanismo del riflesso condizionato. Infatti, per quanto riguarda segnatamente le funzioni psichiche dell’uomo – linguaggio, attenzione, percezione, memoria, ecc. – esse sono di gran lunga prevalenti nel determinare il suo agire.

Il linguaggio, e cioè il sistema di parole che assolve il ruolo di segnali di questi o quei fenomeni della realtà esterna e che serve ad ogni uomo per esercitare un’influenza diretta su ogni altro uomo, è tipicamente umano e costituisce il “secondo sistema di segnalazione”. Quest’ultimo rappresenta un salto di qualità rispetto al primo e si sovrappone ad esso dominandolo.

La trasformazione delle sensazioni in percezioni, e queste in pensieri, e il pensiero in parole ed in linguaggio, non è altro che un processo di costruzione di strumenti particolari (come “il linguaggio, le diverse forme di numerazione e di calcolo, i mezzi mnemotecnici, la simbologia algebrica, le opere d’arte, la scrittura, gli schemi, i diagrammi, le carte, i progetti, e tutti i segni possibili e così via”) del tutto sconosciuti agli animali; è il processo storico di formazione di un riflesso del mondo esterno tipicamente umano.

Questo riflesso non si accontenta di ridarci la “fotografia” o il “film” di ciò che si svolge fuori ed indipendentemente da noi, ma ci consente di ordinare gli oggetti e le proprietà degli oggetti anche secondo schemi non dati nella natura; ci consente, cioè, di stabilire col pensiero nuove connessioni ed immaginare sempre nuove relazioni possibili tra tutti gli elementi del reale.

In ciò consiste, appunto, la fantasia creatrice che sta alla base della definizione degli scopi dell’attività umana.


Come gli strumenti materiali, anche gli strumenti costitutivi della psiche (o “strumenti psicologici”), dati dalla capacità di comunicare per mezzo del linguaggio e di simulare il mondo esterno attraverso immagini adeguate, hanno anch’essi una loro storia. “Soltanto impadronendosi di questi mezzi, assimilandoli, facendone parte della propria personalità e della propria attività l’uomo diventa se stesso, diventa uomo; solo come parte dell’attività umana, come strumento del soggetto psicologico – l’uomo – questi mezzi, e anzitutto il linguaggio, manifestano la loro natura. Non c’è uomo senza lingua, ma non c’è lingua senza uomo”.

Come accennato, gli istinti biologici o i riflessi del primo sistema di segnalazione, in altri termini, possono essere neutralizzati e trasformati nel loro opposto per mezzo del secondo sistema di segnalazione. Scrive a tale riguardo L.S. Vygotskij che “tutte le funzioni psichiche superiori”, cioè “la natura psicologica dell’uomo”, sono soggette ad uno sviluppo “storico” e rappresentano l’insieme delle relazioni sociali interiorizzate, trasportate cioè “all’interno e divenute funzioni della personalità e forme della sua struttura”, e come questo processo di interiorizzazione ed assimilazione di un rapporto sociale esterno sia l’effetto della penetrazione della parola nel più profondo dell’uomo.

La crescente complessità della vita sociale che sempre più rende necessario subordinare il comportamento dell’individuo alle esigenze poste dalla società – osservava ancora Vygotskij – ha favorito il sorgere di complessi sistemi di segnalazione e dei mezzi di comunicazione che dirigono e regolano la formazione dei nessi condizionati nel cervello del singolo individuo. Per farla breve, il sistema di ingiunzioni positive e negative che assolvono il ruolo di segnali di questi o di quei comandi in cui si traduce la materialità dei diversi poteri e in primis di quello statuale, è ciò che si può definire come terzo sistema di segnalazione. Questa super coscienza rappresenta il riflesso della realtà-sistema così come essa è modulata nel cervello dell’uomo e ad essa si accompagna l’interpretazione  sovradeterminata di ciò che accade nella vita sociale, nonché la definizione, anche’essa sovradeterminata, dei fini e delle attività riflessive per il loro raggiungimento nell’interesse del sistema dominante.

 
-->In altri termini, anche se i concetti sopra delineati risentono di una sintesi troppo schematica e propedeutica, si intuisce comunque chiaramente il ruolo di assoluto rilievo che nella pratica sociale ha il controllo dei media, strumenti essenziali nella selezione-formazione, trasmissione-modulazione dei relativi “codici” funzionali all’ideologia schiavistica, al mantenimento degli inganni della politica e della religione.
[Lev S. Vygotskij: Storia dello sviluppo delle funzioni psichiche superiori e altri scritti, Giunti-Barbera, 1974; Pensiero e linguaggio, Giunti-Barbera, 1980; Il processo cognitivo, Boringhieri, 1980.]
 

Nessun commento:

Posta un commento