sabato 10 aprile 2010

Parrhesìa


Su Alias, il supplemento del sabato de il manifesto, compare una lunga intervista ad Adriano Petta, rilasciata a commento del film Agora, una pellicola che avrebbe la pretesa di raccontarci il conflitto tra paganesimo e cristianesimo prendendo spunto dalla vicenda di Ipazia di Alessandria. Un tentativo, a detta di Petta, mal riuscito. Dal suo racconto della trama del film, pare che si possa essere solo d’accordo.
Adriano Petta, sessantacinquenne molisano trapiantato a Roma, è un appassionato di storia medievale e di storia della scienza. Di lui ho letto due romanzi (non saprei definirli altrimenti) a sfondo storico e scritti in uno stile piuttosto sciatto: Eresia pura (recensito nell’ottobre 2001 proprio da Alias) e Roghi fatui, sequel del primo, entrambi editi per i tipi di Stampa Alternativa. Sto leggendo la sua ultima fatica, Ipazia, vita e sogni di una scienziata del IV secolo, La Lepre Edizioni, 2009, un lavoro che mi convince poco. La vicenda d’Ipazia trova corrispondenza con il racconto che ne fa Petta, ma la ricostruzione del contesto storico risulta, a mio avviso, d’impronta, per così dire, événementielle. Mi trovo invece d’accordo, sempre su tale argomento, con lo storico inglese Peter Brown, Potere e cristianesimo nella tarda antichità, Laterza 1995. Questo testo, fondamentale, non è citato in bibliografia nel lavoro di Petta. Buon libro anche quello di Gemma Beretta, Ipazia d’Alessandria, Editori Riuniti, 1993. Forse l’autrice ha tenuto conto dell’edizione inglese (1992) della prefata opera di Brown.
A margine di questa nota, rilevo che in conclusione all’intervista di Petta, alla domanda di cosa pensi degli ultimi avvenimenti di cronaca che stanno coinvolgendo il Vaticano, l’intervistato risponde: «Mentre padre Murphy, accusato di aver abusato di 200 ragazzi sordomuti, si è difeso dicendo che gli articoli del NYT e degli altri giornali erano sciatti». Il significato di questa frase non mi è molto chiaro, visto che Murphy è deceduto nel 1998!

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