domenica 25 luglio 2010

La truffa


È arrivata la scelta di fare in Serbia, anziché a Mirafiori, due nuovi modelli Fiat. Mercoledì 21 luglio – dagli Usa – Marchionne ha detto di esservi costretto per la «poca serietà» mostrata dai sindacati italiani proprio a Pomigliano.
Nelle stesse ore, però, a Kragujevac, nell'ex Zastava rimessa in piedi dal governo serbo, tecnici del Lingotto stavano già studiando l'aggiornamento delle linee produttive della Punto Classic per adattarle ai pianali su cui andrà montata, dal gennaio 2012, la nuova monovolume L Zero.
Per quanto «efficiente» sia la nuova Fiat, non si può avviare una scelta di queste dimensioni (160.000 vetture l'anno) in pochi giorni. Quindi arrivavano – nel giro di minuti – le dichiarazioni del management serbo, giustamente soddisfatto: «la decisione di Fiat di produrre qui questi due nuovi modelli conferma che vengono applicati tutti gli accordi stipulati con i partner italiani». Accordi presi quando? Al momento della creazione della Fiat Automobili Serbia (Fas), nel dicembre 2009.
Quindi ben prima non solo del «problema Pomigliano», ma anche della presentazione del progetto «Fabbrica Italia». Insomma: una balla a beneficio dei media, una giustificazione posticcia per nascondere scelte fatte da tempo e a prescindere dai livelli di conflittualità nelle fabbriche del gruppo.

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"La maggioranza dei politici, sulla base delle prove a nostra disposizione, non sono interessati alla verità ma al potere ed alla sua conservazione. Per non intaccare questo potere è necessario che le persone restino ignoranti, ignoranti della verità, anche di quella verità che riguarda le loro vite. Ciò che ci circonda è dunque un grande arazzo di menzogne su cui ci nutriamo" - Harold Pinter, Premio Nobel per la Letteratura nel 2005.

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