domenica 3 ottobre 2010

Tannhäuser Gate


Le notizie che seguono non cercatele sulla stampa libera italiana e altri media assimilabili, troppo presi con l’ “orcodio” sussurrato da Berlusconi, il prezzo degli appartamenti a Montecarlo e la storiella dell’agente di scorta che manca un bersaglio ravvicinato per tre volte.
Più di due dozzine di camion cisterna che trasportavano rifornimenti per l’offensiva militare statunitense contro Kandahar in Afghanistan sono stati distrutti venerdì in due attacchi separati nel sud del Pakistan. In dettaglio: ieri l’altro mattina presto, circa una dozzina di guerriglieri ha attaccato un convoglio di camion cisterna in sosta nella città di Shikarpur, nel sud della provincia di Sind, distruggendo 27 automezzi. Più tardi, altri guerriglieri hanno incendiato altri due veicoli della Nato nella provincia di Baluchistan Khuzdar.
La colonna di autocarri oggetto degli attacchi stava seguendo il percorso dalla città portuale di Karachi al valico di frontiera di Chaman, che si collega alla strada per Kandahar, seconda città dell'Afghanistan e da lungo tempo roccaforte della guerriglia. La scorsa settimana le truppe imperiali hanno lanciato la loro più grande offensiva militare dall’invasione del 2001 contro Kandahar e dintorni.
Per comprendere la rilevanza del fatto, si deve tener presente che l'80 per cento delle forniture alle truppe d’occupazione in Afghanistan, tra cui il 50 per cento di carburante, passa attraverso il Pakistan. Nonostante gli sforzi delle forze di occupazione per ridurre la loro dipendenza logistica dai transiti pakistani, il grosso dei rifornimenti non può prescindere da tali vie di comunicazione.
Il giorno precedente, un valico chiave del confine pakistano era stato chiuso al passaggio delle forze di occupazione mercenarie come risposta ai loro attacchi aerei contro postazioni militari pakistane in cui sono rimasti uccisi tre soldati pakistani e altri tre feriti.
Si tratta del percorso Khyber Pass, che collega Peshawar nel Pakistan nord-occidentale e Jalalabad, nell'Afghanistan orientale. I capi politici e militari dell’impero continuano a giustificare questi attacchi, condotti da elicotteri, in flagrante violazione della sovranità territoriale del Pakistan, come “auto-difesa”.
Questi due attacchi fanno seguito ad altre decine d’incursioni che negli ultimi giorni hanno visto l’uccisione di circa 55 pakistani. Il mese scorso le forze imperiali avevano incrementato notevolmente l’uso di droni e lanciato missili su presunti bersagli talebani nelle regioni tribali del Pakistan.
Sempre venerdì l’ambasciatore pakistano in Belgio ha presentato una protesta ufficiale al quartier generale della Nato a Bruxelles per le recenti incursioni. Il primo ministro Yousuf Raza Gilani ha detto al Parlamento pachistano che il governo potrebbe “prendere in considerazione altre opzioni, se ci fossero ulteriori interferenze nella sovranità del nostro paese”.
Attraverso il Washington Post, gli imperialisti americani hanno fatto sapere che stanno valutando la possibilità di un colpo di stato militare in Pakistan, per poi costruire la solita farsa del cambiamento “democratico” da costruirsi attraverso le dimissioni del presidente Zardari, lo scioglimento del governo, e nuove elezioni favorevoli ad un nuovo governo “amico”.

In tale quadro non va dimenticata la vicenda Wikileaks, il portale Internet creato per pubblicare documenti riservati, ma che in realtà ha funto, consapevolmente o meno, da tramite al New York Times, Guardian e Der Spiegel (che ovviamente non potevano farlo direttamente) per metter in luce la collaborazione tra i servizi segreti pakistani (Isi) e i talebani e quindi giustificare gli attacchi dei droni Reaper …..

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