mercoledì 3 novembre 2010

Cadorna, il Napoleone de noantri /4

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Il generale Pollio aveva proposto, vanamente, di modernizzare l’esercito soprattutto in materia di artiglieria e addestramento degli ufficiali, chiedendo di portare gli effettivi da 70mila a 345mila unità. Il governo respinse questi piani giudicandoli troppo ambiziosi e costosi. Solo nell’ottobre 1914, Cadorna ottenne le risorse necessarie per avviare tali piani di rafforzamento, soprattutto numerico, e stampò 25mila copie per gli ufficiali del suo opuscoletto sulla “tattica”. Tuttavia l’esercito – scrive sempre Thompson – iniziò la guerra con un insufficiente numero di uomini, uniformi, automezzi, fucili e munizioni e soprattutto di artiglieria d grosso calibro, di linee ferroviaria e mezzi di trasporto. Né del resto, lo stato maggiore si fece scrupolo di reclamare con più determinazione stanziamenti per mitragliatrici e artiglieria.
La situazione non era migliore dal lato delle forze austriache, molto inferiori di numero rispetto a quelle italiane e scarsamente dotate di armamenti:
«Non di rado, la prontezza dei complementi ad entrare in campagna fu subordinata all’ arrivo di fucili: non di rado essi giunsero alle Armate senza armi, e, data la scarsezza di armamento, vi fu perfino qualche Comandante che propose di tenere i disarmati tanto vicini alla linea di combattimento che ognuno di essi potesse immediatamente prendere il posto di un morto o di un ferito»(L’ultima guerra dell’Austria-Ungheria – Relazione ufficiale compilata dall’Archivio di guerra di Vienna, vol. II, trad. it. 1935, Roma, p. 15).
Dal punto di vista strategico il gen. Pollio non aveva preso in considerazione le operazioni contro gli alleati di allora, cioè gli austro-tedeschi. Inoltre, il saliente del Sudtirolo, austriaco, era ben difeso da massicce fortificazioni e gli italiani non disponevano dell’artiglieria pesante utile per aggredirlo. Non restava che neutralizzarlo circondandolo sui tre lati. Gli obiettivi primari restavano giocoforza Trieste e Gorizia. Cadorna riteneva, grazie alla superiorità delle sue forze, di poter lanciarsi in un’offensiva che in breve lo avrebbe condotto ben oltre le due città, perciò verso Lubiana e la stessa Zagabria. 
Tale ottimismo non teneva in alcun conto dell’andamento della guerra in Francia e delle lezioni che da essa stavano venendo cospicue. Il 25 novembre 1914 il generale Falkenhayn ordinò alle forze tedesche in Occidente di mettersi sulla difensiva e di tenere il terreno. Iniziava così la guerra di posizione, di trincea. La guerra di movimento era cosa del passato.



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