sabato 22 gennaio 2011

Rapporti reali e finzione politica


L’attuale crisi economica nei suoi meccanismi interni è una crisi classica di sovrapproduzione di capitale, ma le forme che essa ha assunto la differenziano per molti aspetti da quelle precedenti e ha molto a che vedere con la speculazione dei commercianti di valuta e di titoli che scommettono contro le valute e obbligazioni dei paesi indebitati. Tra questi le banche giocano un ruolo di primo piano.
L'intero processo di salvataggio del debito sovrano, in combinazione con i tassi d’interesse ridotti quasi a zero, ha aperto opportunità del tutto nuove agli speculatori per realizzare superprofitti.  Secondo gli ultimi dati, in cima alla lista dei primi dieci gruppi finanziari per le vendite europee del debito pubblico nel 2010 c’è la Barclays Capital, il braccio di investimento di Barclays Bank, seguita dalla Deutsche Bank che ha superato la statunitense JP Morgan Chase. Più di un terzo delle entrate europee per la Deutsche Bank, derivava dal commercio in titoli di società e di governo.
L'ultima riunione dell'Unione europea dei ministri delle finanze tenuta all'inizio di questa settimana, ancora una volta ha evidenziato la completa sottomissione dell’establishment politico europeo ai cartelli bancario e finanziario europei e internazionali. L'Unione europea ostinatamente rifiuta di intraprendere ogni azione contro la speculazione criminale che sta conducendo una campagna sistematica in tutto il continente e minaccia di far precipitare l'Europa nel caos economico e finanziario.
Il capitale, l’aristocrazia del denaro, usa gli organismi economici sovranazionali, i partiti politici e i sindacati per imporre senza condizioni e mediazioni la propria dittatura che chiama “leggi di mercato”, a riprova che la stagione del riformismo, l’apparente riduzione delle differenze di classe, è finita nel momento in cui prevale la dura realtà dell’accumulazione capitalistica e dei reali rapporti di classe.

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