sabato 12 marzo 2011

Hadamar



Non ho mai pensato che Hitler fosse un folle (nemmeno nel senso amletico). Certo, il sospetto può essere forte. Tuttavia non lo era più di molti altri, in Germania e altrove. Fuori discussione il fatto che fosse imbevuto di cinico e spietato fanatismo politico. Anche Wojtyla era un fanatico, di tipo religioso; uno dei pochi papi (forse l’unico) che credesse veramente nella Madonna. E di esserne un protetto e inviato, così come Hitler credeva di essere un predestinato, un inviato dal destino e della storia. Le biografie di entrambi non lasciano adito a dubbi su questo punto.
Naturalmente hanno fatto carriere diverse, ma l’indole fanatica era un tratto comune. Chissà in circostanze e ambienti storici diversi come si sarebbero comportati. Sta di fatto che uno è considerato un santo e l’altro sicuramente un criminale (a un certo livello i criminali si fanno chiamare statisti). Il più efferato della storia. Sulle hit parade andrei cauto: Giulio Cesare produsse un milione di morti nelle Gallie, e per i numeri d’allora non è poco. E vorrei (non) rivedere un papa alle prese con i Càtari.
Il fanatismo ideologico del XX secolo però è tutt’altra cosa. E non solo in termini di scala. Un tratto comune e specifico di quella società e di quell’epoca? Sicuramente le circostanze hanno pesato, ma non scarterei la possibilità che la cosa possa ripetersi. Di fanatici, mitomani e potenziali volenterosi carnefici c’è sempre grande varietà d'offerta. Basta accendere il televisore o parlare con l’inquilino (non necessariamente leghista) della porta accanto.
Leggo da un libro di uno storico serio e ben documentato:
«Hadamar può servire come buon esempio dell’abbruttimento e della licenziosità dilagante tra i dipendenti dei centri di uccisione. Il personale di Hadamar organizzò una celebrazione quando il numero dei pazienti uccisi arrivò a diecimila. Per ordine dei medici l’intero personale si riunì nel crematorio nel piano interrato per partecipare alla cremazione della decimillesima vittima. Un cadavere nudo giaceva su una lettiga, ricoperto di fiori. Il supervisore Bünger tenne un discorso e un membro del personale, vestito da sacerdote, celebrò una cerimonia. Ogni membro del personale ricevette una bottiglia di birra.»

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