martedì 24 maggio 2011

Un lavoro da Dio



Jean-Claude Juncker, democristiano cattolico, è il primo ministro del Lussemburgo e presidente dell’Eurogruppo, cioè di quel coordinamento “informale” che riunisce i ministri dell'Economia e delle finanze degli Stati membri che hanno adottato l’euro, i quali sono incaricati di vagliare le questioni monetarie ed economiche europee prima di formalizzarle sul tavolo dell'Ecofin.

In questa intervista a Der Spiegel, Jean-Claude Juncker difende la sua scelta di aver mentito in relazione a una riunione dell’Eurogruppo che si è tenuta ai primi di maggio. In un primo momento aveva negato che tale riunione si fosse tenuta per discutere il ritiro della Grecia dall’euro, ora si difende dicendo che la notizia della riunione è stata smentita per proteggere l’euro da attacchi speculativi: «Dio capisce di più i mercati finanziari di molti che scrivono su di loro», ha affermato. Laddove Dio è evidentemente il presidente dell’Eurogruppo.

Il giornale gli chiede: L'ex Presidente tedesco Horst Köhler ha descritto i mercati finanziari come un "mostro". Questo mostro ha mutato il modo in cui i politici comunicano?

Juncker: Senza dubbio. […] Alla luce del nervosismo dei mercati finanziari, è difficile per noi tenere sempre il pubblico adeguatamente e correttamente informato. Ciò è deplorevole, ma purtroppo è anche inevitabile.

Spiegel chiede allora quanto sia grave la situazione greca? Juncker risponde che la Grecia non ha adeguatamente attuato il programma di consolidamento a cui aveva aderito, in particolare la riforma del sistema fiscale non sta procedendo come concordato e le privatizzazioni non sono state ancora avviate, così come dev’essere  attuato il taglio dei dipendenti pubblici e venduto il patrimonio pubblico, pari a 50 miliardi di euro all’anno.

Ma eccoci alla domanda che svela la realtà del potere, e cioè chi comanda effettivamente gli Stati (soprattutto quelli piccoli e fortemente indebitati, ricattabili). Spiegel: Per il governo greco sarà difficile realizzare tale programma di propria iniziativa. Sarà necessaria una maggiore pressione verso Atene?

Juncker: In futuro, l'Unione europea seguirà il programma di privatizzazioni greco così strettamente [tightly] come se fossimo noi stessi ad attuarlo. Per esempio – prosegue – con la creazione di un’apposita agenzia indipendente dal governo, formata da “esperti” stranieri.

Spiegel solleva la questione dell’insolvibilità greca, in merito ai drastici provvedimenti attuati e soprattutto da attuare. Il premier lussemburghese eccepisce che la Grecia non può dichiarare bancarotta per il semplice motivo che ciò la metterebbe fuori in futuro dall’accesso al credito, oltre che a mettere in difficoltà i creditori attuali, ovvero le banche tedesche e europee, con conseguenze incalcolabili per il mercato finanziario. Quindi parla di una ristrutturazione “soft” del debito greco. Spiegel interroga poi Junker sulla questione del malcontento e delle resistenze che le politiche economiche del debito (a cominciare da certi meccanismi che entreranno in vigore dal 2013) stanno cominciando a suscitare tra le popolazioni interessate, così come la richiesta di coinvolgere di più i parlamenti nazionali nelle questioni relative al debito e ai meccanismi di “aiuto”. Risponde Juncker: Ci sono pochi banchieri che sono turbati dalla nozione che ci sia bisogno di unanimità per decidere su questioni centrali in Europa.

Ciò che appare chiaro anche da questa intervista, della quale ho proposto alcuni stralci significativi, è il fatto che in materia economica e finanziaria a decidere non sono i singoli stati ma gli interessi prevalenti e più forti in Europa, che guarda caso coincidono con gli interessi del grande gioco finanziario. Ciò che succede a valle, le condizioni di vita e di lavoro che riguardano centinaia di milioni di persone, i cittadini e gli elettori tanto cari alla propaganda borghese, non è nemmeno preso in considerazione. A decidere sono loro, il capitale finanziario e i relativi funzionari, i quali svolgono, per esplicita ammissione di Junker, “il lavoro di Dio”.

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