mercoledì 1 giugno 2011

Ritorno al convento




Stavo provando il Tema di Lara con la mia vecchia balalaika (per via di una festa, vicino a Milano), quando Gabriele, il mio writer, ha annunciato l’arrivo di una mail. Mi scrive suor Benedetta del Preziosissimo Sangue di Gesù, la religiosa che mi ha ospitato recentemente nel suo convento. Chissà, ho pensato, forse ha sviluppato quello che era un abbozzo di una riflessione sul castigo divino e quel galantuomo di Alessandro VI. Ma non è questo il motivo per cui mi ha scritto. Concisa e in tono perentorio sollecita il ritiro presso il convento di alcuni “oggetti personali e d’elezione” dimenticati alla mia partenza.

Per quanto riguarda gli “oggetti personali” si tratta sicuramente di alcuni attrezzini, forse per lei inspiegabili, lasciati nel cassetto del comodino; ma quale significato attribuire al termine “d’elezione”? Non credo si riferisca a quel passo degli Atti che dice “vas electionis est mihi iste, ut portet nomen meum coram gentibus ...”. C’entra quel Concilio dell’amore di Oskar Panizza, con prefazione di André Breton, che ho lasciato a una novizia? Oppure sarà per via di quelle incisioni di Hogarth che ho infrattato tra i libri devozionali nella piccola biblioteca conventuale. D’accordo, non è un fenomeno di eccellenza estetica, ma è pur sempre una rarità nell’esperienza della marmaglia oziosa dei conventi, e tuttavia solo una provocazione innocente, del tipo: ma che t’importa di Dio se hai difficoltà con l’orgasmo?

Le ho chiesto con cortesia di mandarmi il tutto in contrassegno, spiegandole che per dominare le passioni, esse devono esserci e come tali richiedono obbedienza e disciplina. Ho scoperto così che anche le teologhe a volte s’incazzano come dei torquemada. Perciò non mi resta che sobbarcarmi un altro viaggetto e ho prenotato in un piccolo albergo della zona presentendo che non troverò alloggio e buona accoglienza quando busserò al convento. Peccato perché il luogo è davvero incantevole, soprattutto nelle penombre. Nella foto qui sopra il balcone della mia cella dov’ero ospite la settimana scorsa, in occasione del battesimo espiatorio e del riscatto. Arrivederci a domenica.

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