domenica 5 giugno 2011

Un altro timbro di credito democratico



Leggo che alcuni campioni di motociclismo non vogliono gareggiare in Giappone per via delle radiazioni. Di quanto è successo e sta avvenendo a Fukushima sappiamo solo quello che ci hanno voluto raccontare. Del famigerato Mox, meglio non chiedere. Quanto agli effetti, ci sarà tempo prima che i ragionieri si mettano a fare contabilità. In Germania invece sembra che abbiano deciso di chiudere le centrali nucleari, dopo essersi fatti qualche conticino. Da noi invece le stesse autorità che gestiscono il territorio, la monnezza, le banche e ogni tipo di business, compreso il gioco d’azzardo e lo spaccio di farmaci pericolosi, le centrali nucleari vogliono costruirle.

In Italia c’è il referendum sul nucleare. Ci offrono un motivo di “lotta”, la tessera elettorale che verrà vidimata convalidando l’autostima e il nostro spiccato senso civico. Potremo così scongiurare il rischio delle produzioni folli senza mettere in discussione il manicomio. E come si fa a metterlo in discussione? Intanto chiamandolo per nome. Possiamo chiamare democrazia una burocrazia di politicanti che manda aerei (80 milioni di € l’uno) a bombardare le città, un sistema che ti sequestra la vita per rivendertela giorno per giorno in cambio di un pasto e di qualche pillola, che ti dice stringi la cinghia perché sennò non c’è abbastanza per salvare le banche? E vai, aggiungiamo un altro timbro alla nostra carta di credito democratico.


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