giovedì 21 luglio 2011

Il pollo di Carlo Alberto Salustri


La statistica, tanto per parafrasare Trilussa, è quella cosa per cui se Marchionne si prende un milione di euro al mese (in realtà guadagna complessivamente di più) e un suo schiavo alla catena appena 1.200 euro, allora la retribuzione media sarà di circa 500mila euro.

Al di là della battuta, le statistiche sono molto utili per seguire la tendenza dei fenomeni sociali. Le tre tabelle che propongo sono dell’Istat (le trovate QUI). La prima ci racconta come sia in costante crescita il cosiddetto lavoro atipico (il caporalato legale e simili):


la seconda tabella illustra invece il fatto che i mestieri non qualificati, cioè il lavoro dove in genere è più marcato lo sfruttamento, sono in fortissimo aumento:


l’ultima ci racconta come sono in calo i consumi e cioè come cresce il livello di povertà:



Qualcuno sentendo parlare di schiavitù potrebbe storcere il naso, osservare che oggi il proletario vive una vita incomparabilmente migliore rispetto allo schiavo antico. Certamente nella metropoli moderna del cosiddetto primo mondo il salariato gode di taluni diritti e privilegi, se non altro come consumatore, e magari in questi giorni si sta godendo un periodo di ferie. Osservava Marx:

«Nelle condizioni dell’accumulazione fin qui presupposte, che sono le più favorevoli agli operai, il rapporto di dipendenza degli operai dal capitale riveste forme tollerabili o, come dice Eden, “comode e liberali”. Invece di diventare più intenso con l’aumento del capitale, esso si fa solo più esteso, ossia la sfera di sfruttamento e di dominio del capitale si estende soltanto insieme con la dimensione di quest’ultimo e col numero dei suoi sudditi. Del loro proprio plusprodotto enfiantesi e che enfiandosi si trasforma in capitale addizionale rifluisce ad essi una parte maggiore sotto forma di mezzi di pagamento, cosicché possono ampliare la cerchia dei loro godimenti, arricchire il loro fondo di consumo per vestiti, mobili ecc. e costituire piccoli fondi di riserva di denaro. Ma come il vestiario, l’alimentazione, il trattamento migliori e un maggiore peculio non aboliscono il rapporto di dipendenza e lo sfruttamento dello schiavo, così non aboliscono quello del salariato» (*).

Dopodiché ognuno la pensi come vuole.

(*) Il Capitale, I, cap. 23 Einaudi: pp. 759-80; Editori Riuniti: p. 677.

3 commenti:

  1. Lo schiavismo è quel sistema sociale ed economico basato sulla schiavitù, che consiste nell'imposizione del diritto reale di dominium, ovvero proprietà, non su di un bene ma su di una persona, la quale è considerata a tutti gli effetti un oggetto facente parte del patrimonio del suo padrone. Dunque si, il salariato è uno schiavo, dipendente dalla volontà di altri se può e per quanto tempo deve lavorare, alle condizioni stabilite dai padroni. Chi dice il contrario o è in mala fede o si autoinganna

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  2. Aggiungo pure che il piano europeo in discussione in queste ore ci sta fottendo la sovranità nazionale (quel poco che ne rimane). E noi stiamo a guardare, inerti, la più grande espropiazione di ricchezza delle nazioni che finirà in mano alle corporation. O sbaglio?

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  3. sul piano europeo scriverò qualcosa oggi

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