domenica 17 luglio 2011

L'Armageddon è solo per i poveri


«Questa è la crisi peggiore mai vista», avverte il membro finlandese del consiglio direttivo della Bce. Non è esattamente così: il peggio sta arrivando. I padroni del mondo hanno deciso di scatenare la guerra sui mercati finanziari, e lo faranno presto, al massimo il prossimo autunno.

All'inizio di questa settimana, i ministri delle finanze europei si sono riuniti in sessione di emergenza per discutere i mezzi per pacificare i mercati. Hanno deciso di invertire la loro precedente decisione e rendere disponibili le risorse del fondo europeo di salvataggio dell'Unione per acquistare direttamente il debito greco. È servito a poco, mercoledì Fitch ha declassato il debito sovrano greco, dichiarando che di default della Grecia è "una possibilità reale”, eufemismo per dire che senza le iniezioni di liquidità della Ue la Grecia è fallita, cioè si troverebbe nella situazione di una rivoluzione sociale senza precedenti.

Il giorno precedente gli speculatori avevano lanciato una nuova offensiva, con Moody, una delle tre scimmiette del rating, che declassava il debito dell'Irlanda a spazzatura. La stessa agenzia aveva declassato i titoli di Stato portoghesi a frazione umida. Tra un declassamento e l’altro c’è stato un attacco combinato di hedge funds e agenzie di rating che si è abbattuto sul tasso di interesse dei titoli di Stato italiani, precipitando in una sceneggiata di panico le “autorità”, ma soprattutto i media. Questa mossa dei mercati finanziari, sicuramente concordata con la camarilla istituzionale italiana, è venuta in risposta al programma di tagli approvato dal governo italiano e sul quale si temeva un annacquamento nel corso del suo passaggio parlamentare. In risposta all'offensiva di mercato, Tremonti, d’accordo con il Quirinale e la cosiddetta opposizione, raddoppiava e faceva approvare a tempo di record il totale dei tagli di spesa da realizzare nei prossimi due e tre anni.

In pochi giorni, un salasso per i poveri e i più poveri, mentre negli sfarzosi palazzi romani si brinda con vini pregiati. Se le statistiche Istat dicono il vero, i più poveri costituiscono il 20% delle famiglie italiane, il 50% sono quelle meridionali. Sì, magari è vero che al sud hanno ancora l’insalata nell’orto e la gallina che fa coccodè, ma per tirare a campare ci vuole altro che l’ovetto fresco. Ci vuole lavoro vero e quindi reddito. E viceversa. Cose che questo sistema non è più in grado non solo di creare, ma anche solo di promettere.

È una trasfusione continua di sangue, di vita, dalle classi medie e povere a quelle ricche e ricchissime, la cui avidità accumulativa non ha limiti, come dimostra senza pudore l’aristocrazia del denaro americana. Sono classi esose e miopi, non s’avvedono di quanto sta montando, della tempesta che sta arrivando, credono di potersela cavare ancora una volta a buon mercato e per sempre.

L'ex Consigliere della sicurezza nazionale Zbigniew Brzezinski ha avvertito la scorsa settimana in un'intervista al canale tv via cavo MSNBC che la disoccupazione di massa e la crescita delle disuguaglianze sociali negli Stati Uniti potrebbe portare a disordini civili.

Queste problematiche sociali sono sempre in fase di elaborazione all'interno dei circoli borghesi sempre più convinti che la soluzione non può realizzarsi tramite i tradizionali mezzi parlamentari. In Germania, la discussione sulla necessità di instaurare un regime "post-democratico" è guidata dal professore di Berlino Münkler Herfried (ne avevo parlato giusto un anno fa in questo post), il quale propone, per risolvere la crisi dell’euro, più potere per le élite tedesche e relativo circondario.

Allo stesso modo, il Financial Times ha pubblicato un editoriale il 15 luglio dal titolo: "Preservare la credibilità fiscale in Italia", ove si dice che "l'Italia ha bisogno di più austerità" e si chiede la rimozione di Silvio Berlusconi e "la sua sostituzione con un governo di ampio respiro guidato da tecnocrati ", cioè un governo il cui personale sia direttamente espressione delle banche.

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