martedì 23 agosto 2011

Salvare le apparenze e sacrificare la realtà



La proposta di Prodi e di Quadrio Curzio su Il Sole 24ore, non deve stupire. Si tratta solo di un espediente da meretrici per mettere una pezza all’insolvibilità dei clienti. Propongono di creare un fondo europeo costituito dalle riserve auree dei paesi membri come garanzia per emettere eurobond, cioè titoli di debito. Propongono di convogliare nel fondo anche le azioni delle maggiori e migliori società dei vari paesi. L’idea geniale è combattere il Diluvio con la pioggia.

Ricordo una frase di quel reazionario di Raymond Aron, l’antimarxista che non aveva mai avuto la decenza di leggere un rigo di Marx, quando diceva che “Il sistema aureo appartiene al passato, come la marina a vela e la lampada a olio”. In effetti, il sistema aureo sostituì il cambio aureo fino al 1931, ma non servì a correggere gli squilibri del sistema, poiché tali squilibri fanno parte della natura stessa del modo di produzione capitalistico. Con Bretton Woods si ritornò a una simulazione di cambio aureo basato sulla convertibilità teorica del dollaro. Anche il fallimento che ne seguì è noto.

In buona sostanza, la genialata di Prodi parla di costituire un’enorme banco dei pegni dove depositare le fedi nuziali e la catenina della cresima ricevendone cambiali da poter spendere dal droghiere. Quest’ultimo è da intendersi come pusher piuttosto che come pizzicagnolo. Infatti si vuole fornire agli Stati debitori la valuta necessaria (gli eurobond) alla regolazione dei loro impegni verso i creditori. Questo fondo europeo sarebbe un nuovo strumento in mano ai cravattari e gestito dai loro rappresentanti politici à la Prodi, Draghi, Sarkozy, Merkel, ecc..

La causa dell’attuale situazione non è, di per sé, il debito, come si vuol far credere. Da secoli le peggiori coscienze del sistema capitalistico si esercitano sul tema delle eccedenze di esportazione delle maggiori potenze economiche. Si tratta d’immense creazioni di potere d’acquisto che hanno allegramente condotto il mondo capitalistico verso il boom e spinto a livelli folli i prezzi delle merci e a uno slancio a dir poco spettacolare delle azioni sul mercato finanziario.

Detto in altri termini: se la Germania o la Cina, tanto per citare, vogliono esportare molto di più di quanto consumano, qualcuno deve scialare più di quanto riesca a produrre ed esportare. E può farlo solo a debito. L'interdipendenza creditore-debitore è evidente, ed è così che il creditore diventa il padrone del suo debitore e questi s'attacca alla canna del gas. Questo sistema non è diverso da quello degli usurai dell'antica Roma o delle nuove Gerusalemme, di diverso ha solo il patrocinio legale.

Alla fine della canzone il problema ha un solo nome: capitalismo. Ah, caro buon vecchio Marx, quante asinerie ci tocca ancora leggere.

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