venerdì 14 ottobre 2011

L'éminence grise/2



Il presidente dell’Eni aveva fatto telefonare a Palermo ad una sua vecchia conoscenza, Graziano Verzotto, il dirigente dell’Eni responsabile delle pubbliche relazioni nell’isola e che aveva organizzato quella visita. Verzotto non è semplicemente un dipendente dell’Eni, è il segretario regionale della Democrazia cristiana e segretario per lo stesso partito della provincia di Siracusa. Non è un siciliano e nemmeno un meridionale, è nato nel 1923 in un piccolo paesino del Veneto, Santa Giustina in Colle, vicino a Camposampiero, a nord di Padova. Suo padre è un piccolo agricoltore, la madre, figlia di un sacrestano, ha avuto numerosi figli, com’era d’uso allora, tra cui tre figlie che saranno suore. Anche Graziano andrà a studiare in seminario a Thiene, ma non ha la vocazione. Torna a casa a lavorare i campi con il padre, ma di lì a poco si rimette a studiare proprio quando inizia la guerra. Esonerato dalle armi perché affetto da tubercolosi, dopo l’8 settembre entra nelle fila partigiane. Ovviamente, dato il pedigree familiare, farà parte delle formazioni cattoliche e anticomuniste. Nel 1948 i partigiani cattolici s’organizzarono in modo separato dall’ANPI, ma prima ancora, nel 1946, tennero congresso a Roma, con presidente Enrico Mattei e segretario del congresso proprio Verzotto.

Cosa ci fa Verzotto in Sicilia, perché è lì come segretario regionale della DC? Già nel 1947 Verzotto, per il tramite di un suo quasi paesano, Giuseppe Giacchetto, vicesegretario nazionale della DC, fu destinato in Sicilia, a Catania, per riorganizzare il partito che nelle elezioni per l’assemblea regionale aveva preso una batosta (dal 40 al 20 per cento rispetto l’anno prima) a vantaggio del movimento separatista. Nel 1949 sposa una siciliana, Maria Nicotra, deputata e anche lei in contatto con Mattei. Verzotto si trattenne in Sicilia ed ebbe in cura 300 ettari di terreno di proprietà delle sorelle Nicotra, che valorizzò abilmente ad agrumeto e anche un noceto sulle pendici dell’Etna. Convocato da Mattei nel 1950 a Milano, gli fu affidato l’incarico di convincere gli industriali milanesi a utilizzare il metano al posto del carbone e dell’olio combustibile. Sicuramente Verzotto si era dimostrato un collaboratore capace e un organizzatore di vaglia. Poi passò a Piazza del Gesù, a Roma, come organizzatore elettorale, pur rimanendo come ispettore alle dipendenze dell’Eni.

Nel 1953 al congresso nazionale DC era prevalsa una nuova linea (si stavano formando le “correnti”) che puntava sui giovani e sull’organizzazione territoriale militante; Fanfani aveva avuto la meglio sulla linea centrista di De Gasperi (e Selba) che, battuto, si ritirò a vita privata. Come sempre succede, ci furono delle resistenze. In Sicilia le segreterie provinciali di Enna e Siracusa furono commissariate. Verzotto, della corrente di Mariano Rumor, fu mandato nel 1955 da Fanfani a mettere ordine a Siracusa come commissario di partito, naturalmente previo nulla osta di Mattei dato che era alle dipendenze dell’Eni. La nuova linea adottata era quella di battere la sinistra impegnandosi nel sociale con l’appoggio della Chiesa e delle forze conservatrici più avvedute, quindi di levare l’acqua nella quale nuotavano i pesci rossi.

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