giovedì 10 novembre 2011

Senza freni


Un esempio di come funziona Goldman Sachs la banca d’affari americana per cui lavora anche il liberista di ferro Mario Monti?

Il CEO (amministratore delegato) di Goldman Sachs è Lloyd Blankfein, colui che ha dichiarato di fare il lavoro di Dio ("I'm doing God's work"), che è poi quello di raggirare la gente. Un esempio? È stato chiamato a deporre davanti alla Commissione d’inchiesta sulla crisi finanziaria per l’accusa di avere, tra l’altro, mentito ai propri clienti vendendo loro titoli garantiti da mutui casa senza menzionare che la Goldman stessa avrebbe tratto profitti da un calo di valore dei titoli stessi.

Il presidente della giuria, Philip Angelides, ha detto che questo modo di fare è come vendere una macchina con freni difettosi e quindi acquistare una polizza assicurativa sugli acquirenti di queste vetture. Blankfein si è difeso dicendo che lui ha venduto ai propri clienti ciò che essi volevano. Esatto, essi volevano un’automobile, ma non con i freni difettosi e coperta da una rischio che in caso d’incidente a guadagnarci è il proprietario dell’autosalone.

Blankfein, nel 2006 ha guadagnato 54.400.000 dollari, ma gli è andata peggio l’anno dopo, quando ha portato a casa solo 53.965.418 dollari. È stato finanziatore della campagna di Hillary Diane Rodham Clinton, così come gli alti papaveri della Goldman hanno versato un milione di dollari per la campagna di Obama, il quale non ha mancato di far giungere una montagna di dollari alla banca quando è stato il momento di salvarla. Nel solo mese di febbraio 2011 è stato ricevuto alla Casa bianca 11 volte.

Naturalmente Mario Monti – sia detto senza ombra d’ironia – non c’entra nulla con questa sporca vicenda (così come Goldman & C. non c’entrano con le vendite dei titoli di stato italiani di ieri) e anzi siamo sicuri che da presidente del consiglio saprà fare solo gli interessi dell’Italia quando si tratterà di vendere il patrimonio pubblico. Come faranno del resto Giuliano Amato, senior advisor per l’Italia di Deutsche Bank, e Domenico Siniscalco, già ministro di due governi Berlusconi (ricordate?) e managing director e vicepresidente di Morgan Stanley International, nonché country head per l'Italia, sempre di Morgan Stanley (il galantuomo il 7 marzo 2011, in merito alla vicenda della nomina di Alfredo Meocci alla direzione generale della RAI, è stato condannato dalla Corte dei conti al risarcimento di undici milioni di euro, insieme ad alcuni consiglieri Rai).

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