domenica 11 dicembre 2011

Viaggiatori di classe



Nel mio viaggetto di questi giorni ho potuto prendere nota di alcune cose nell’insieme non nuove ma che si stanno radicalizzando e segnano sempre più la separazione tra la categoria astratta dei “cittadini” dalla concretissima greppia dei boiardi di Stato. Questi ultimi senz’altro possiedono informazioni molto dettagliate al riguardo della situazione sociale e infatti le scorte armate si stanno irrobustendo e si fa sempre più alta la vigilanza. Quando un regime politico mette alla catena anziani e malati togliendo lavoro vero e salario sufficiente ai più giovani, crea una situazione d’instabilità esplosiva; quando un regime economico dalle potenzialità produttive praticamente illimitate non produce il necessario per tutti ma il superfluo per alimentare i profitti, tale stato di cose o viene superato oppure produce tragedie immani.

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Sulla scalinata di Versailles la guardia svizzera pagò un alto prezzo la difesa dell’ancien régime, nondimeno per qualsiasi osservatore neutrale, così come per gli stessi protagonisti della scena, l’esito dello scontro doveva mostrarsi palesemente deciso.

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Ci sono voluti cento anni perché in Italia le ferrovie abolissero ufficialmente la terza classe. La numerazione romana fu solo diminuita da III a II, ma in realtà le stesse carrozze ferroviarie rimasero in servizio ancora per decenni. Una riforma grafica, in perfetto stile italico. Dopo un altro mezzo secolo, la terza classe è stata reintrodotta. Per dar lustro alla novità, trenitalia ha pensato bene di stampare un voluminoso fascicolo patinato per dire che le classi (dette livelli, per carità) in certi treni sono diventate addirittura quattro: executive, business, premium, standard.

Si potrebbe pensare che i tempi di percorrenza dei treni non sono più quelli di alcune decadi fa. Dipende. C’è sempre in queste cose una certa cura per il vintage. Vero è che pagando adeguata tariffa il viaggiatore può ridurre i tempi in certe tratte, per esempio: Roma – Padova si può percorrere in 3 ore e 15 (10,20-13,35), ma poi la coincidenza per Trento richiede 3 ore e 28 (14,00-17,28). Quest’ultima tratta alla media di 41 km/h. Che è poi la media a cui viaggiano i treni pendolari. Non parliamo poi dei treni da e per il Sud.


E i prezzi? Esempio della tratta Milano – Roma: tra il 2005 e il 2009 si è registrato un aumento dell'ordine del 62% con lo "sconto Internet", aumento che sale al 70% se si considerano i 79 euro richiesti per l'acquisto normale in biglietteria e anche alle emettitrici automatiche. Con dicembre 2009 e con la cancellazione dello sconto Internet, l'aumento complessivo è salito al 91% per la Milano-Roma. Si attende nuovo “adeguamento”.

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Non avevo ancora avuto modo di apprezzare la soppressione delle sale d’attesa nella stazione di Padova, la quale è stata trasformata, a tutti gli effetti, in un bazar: puoi acquistare la scatoletta di tonno, un libro, un paio di calze, un cellulare, mezzo grammo di coca. Ma non puoi sedere, se non sulle panchine esterne, all’addiaccio. I bar sono strapieni, neanche tentare. “Hanno tolto le sale d’attesa per favorire la circolazione e l’acquisto di mercanzia”, mi ha detto testuale una gentile e acuta signora che gestisce gli ingressi nell’unica sala d’attesa: il Club frecciarossa, con divani in pelle umana, ambiente accogliete e luminoso, riscaldato. Per accedervi è necessaria la carta oro (quella d’argento è poca cosa). Provo a impietosirla: “Data la mia condizione e visto che non c’è nessuno, potrei sedermi qualche minuto?”. Gentile ma ferma: “Mi spiace, devo registrare tutti gli ingressi”. “Non voglio crearle problemi, buongiorno”.

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