mercoledì 1 febbraio 2012

Il concetto di legalità nel mondo nuovo




Se aveste un grosso debito paghereste mai il 16% d’interesse a una banca o a una finanziaria? Si tratta di un interesse da cravattari e qui scatterebbe il reato di usura. Eppure è ciò che succede alla luce del sole tutti i giorni sui cosiddetti “mercati” dei titoli di stato. Il 16% è l’interesse che paga il Portogallo, che però è meno della metà di quello che è costretta a pagare la Grecia ai suoi strozzini. La Bce non può comprare questi titoli direttamente. Dà i soldi alle banche con un interesse dell’1% perché li comprino.

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Comprereste mai un televisore, un computer, un cellulare, un capo d’abbigliamento, una merce qualsiasi sapendo che è stata prodotta con lavoro schiavile e minorile? Lo facciamo tutti. Un noto giornalista liberale ci racconta ogni domenica che in Italia bisognerebbe essere competitivi come quei paesi dove tali pratiche sono comuni. Se obietti, ti scrive che manchi di “intelligenza politica” e che “chiudere gli occhi di fronte alla realtà è una sciagura”. Avrà ragione lui?

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A proposito di schiavitù: negli Usa chi svolge il lavoro domestico è ancora oggi escluso dalla maggior parte delle tutele legali. Però arriva una buona notizia dal Paese della Libertà: il Domestic Workers Bill of Rights ha finalmente stabilito i diritti di base di questa categoria, da un minimo di tre giorni di ferie pagati all’anno, alla retribuzione degli straordinari (pensa un po’!), fino alla protezione legale in casi di discriminazione o molestie (da non credere, dove andremo a finire di questo passo). 

Ah, dimenticavo un dettaglio: questo vale solo nello Stato di New York. Aveva ragione Eugene Luther Gore Vidal (una mia vecchia passioncella) ad osservare che uno dei più gravi problemi che la grande borghesia bianca americana deve oggi affrontare è quello di trovare domestici con la pelle bianca.

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Il pane che si compra nella grande distribuzione (e non solo), oltre che abusare del nome comune di pane, è prodotto in Romania. Ce n’è per tutti i gusti, anche quello cotto con scarti cimiteriali (per chi vuol godere: QUI). Non che quello prodotto in certi posti della nostra penisola sia migliore di quello. Quanto alle farine … ah, saperlo!

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