lunedì 12 marzo 2012

La democrazia dei cioccolatai


Cosa raccontare oggi che già non sia noto a tutti? Dell’ennesima strage in Afghanistan provocata da uno o più soldati americani? Il New York Time, ieri, parlava di “stalking” e le autorità si dicevano “dispiaciute”. Cosa ci fanno i soldati della Nato in Afghanistan? Lor signori sostengono che difendono la democrazia atlantica, ossia quel sistema fatto di apparenti buone maniere e dove tutti vengono consultati per fare ciò che decidono in pochi o pochissimi.

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A tale proposito, ieri in Svizzera si è votato per diversi referenda. Tutta roba che conta poco o niente. Naturalmente l’attenzione dei media italiani su quale referendum si è concentrata? Su quello del gioco d’azzardo, sulle armi, sul prezzo dei libri? Solo su quello sull’aumento delle ferie da 4 a 6 settimane e solo perché ha avuto per esito che ha vinto il no. Quello che i giornali tacciono è che complessivamente ai referenda ha votato il 46% degli aventi diritto e le schede meno votate sono state proprio quelle di questo referendum sulle ferie.

6 commenti:

  1. Solo per dire che per i referendum svizzeri non esiste il quorum e che se il 60% l'avessero preso coloro che volevano l'aumento delle ferie, tale aumento sarebbe diventato legge.

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  2. solo per dire, caro Luca, che le ferie, l'orario di lavoro, nel caso l'art. 18 o i diritti e le tutele, non si mettono a referendum. giustamente la ns costituizione consente solo i referendum abrogativi e non come vorrebbero alcuni anche quelli propositivi. per le proposte di legge esistono altri istituti. mi dirai che la democrazia elvetica sembra funzionare meglio della nostra. i motivi riguardano altro e non la democrazia in sé.

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  3. Così, per informazione. Sono referendum propositivi questi elvetici, ma anche leggendo il commento di risposta a Luca cara Olympe, mi chiedo: perchè i cittadini elvetici NON hanno votato e in massa quel referendum sulle ferie, e a favore del prolungamento delle ferie? non era nel loro interesse farlo? grazie per la risposta.

    Notte e saluti da Luigi.

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  4. P.S.

    A proposito, mi piacerebbe sapere quali sono i motivi che sembrano far funzionare in maniera migliore rispetto alla nostra, la democrazia elvetica, visto che come afferma lei Olympe, non è la democrazia elvetica in sè, a funzionare meglio.
    Ancora saluti. Luigi

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  5. caro Luigi, secondo te cosa c'è di diverso in Italia rispetto alla Svizzera? Solo banche, cioccolato e orologi?

    sul perché non hanno votato possono pesare molte cose, per esempio tu avresti votato?

    saluti

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  6. Questo dibattito sulla democrazia poteva essere interessante. Anch'io sarei curioso di leggerti in risposta alle domande di cui sopra. Certo, bisognerebbe chiedersi sulla cultura di un determinato territorio, ma è altrettanto vero, democraticamente e non, che la cosa sbagliata non paga mai. Altrimenti non sarebbe sbagliata. Non credi?

    E' solo che ti sfugge (vi sfugge) sempre l'altra faccia della medaglia: chi, come e perché dovrebbe preoccuparsi di fare la cosa giusta? Per usare un espressione provocatoria, dovrebbero autoeleggersi o darsi l'incarico perché "unti dal Signore"? Forse alla pari di una dittatura teologica?

    Evidentemente, ci troviamo in un campo metafisico dove ogni sicurezza risulterebbe quasi un offesa all'intelligenza, ma potremmo prenderla anche diversamente, nella fattispecie, tecnicamente parlando. In attesa che la filosofia si pronunci nel merito e che la scienza ne formuli i fatti, e in attesa che l'unto dal signore ci salvi, e restando sempre in attesa che il cittadino comprenda, facciamoci avanti, semplicemente, chiedendo la PAROLA.

    La democrazia diretta non è la verità, è semplicemente una tecnica che attende di essere superata dalla conoscenza. Essendo ignorante, e se devo proprio "complicarmi" la vita, è meglio che io lo faccia di mio pungo, anziché per volontà divina o credenzial-polico-scientifica.

    saluti

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