giovedì 15 marzo 2012

Marxismo e darwinismo sociale



I brani di seguito proposti sono tratti dall’opera Dialettica della natura di Friedrich Engels. L’autore scrisse i materiali che concernono quest’opera tra il 1873 e il 1866. Struggle for life, lotta per la vita, costituisce una breve digressione che pone in evidenza il rapporto di critica esplicita stabilitosi tra Marx/Engels e una certa concezione delle scoperte darwiniane, ossia contro quella fola che venne ben presto a costituire il darwinismo sociale. Il testo è tratto dalle Meoc, vol. XXV, pp. 584-86. In internet, almeno in traduzione italiana, mi risulta inedito. L’uso dei caratteri in grassetto è mio.

Struggle for life (*).

Fino a Darwin, coloro che sono attualmente suoi seguaci mettevano appunto in evidenza l’armonico coordinamento del lavoro nel mondo organico: come il regno vegetale offre agli animali cibo e ossigeno, e questi ultimi alle piante letame e ammoniaca e acido carbonico. Appena le teorie di Darwin vennero accettate, le stesse persone videro ovunque e soltanto lotta. Tutt’e due le concezioni giustificate entro ristretti limiti, ma tutt’e due ugualmente unilaterali e limitate. L’azione mutua dei corpi inanimati include sia armonia che collisione; quella dei corpi viventi tanto collaborazione inconsapevole e consapevole quanto consapevole e inconsapevole “lotta”, che è solo una delle facce. Ma è poi assolutamente puerile il voler riassumere tutta la multiforme ricchezza dell’intreccio e dello sviluppo storico nella scarna, unilaterale espressione: “lotta per l’esistenza”. Si dice così meno di niente.

Tutta la teoria darwiniana della lotta per l’esistenza è semplicemente il trasferimento dalla società al mondo organico della teoria hobbesiana del bellum omnium contra omnes [guerra di tutti contro tutti], e della teoria della concorrenza dell’economia borghese, come pure della teoria di Malthus sulla popolazione. Una volta fatto questo gioco di prestigio (la cui incondizionata legittimità, in particolare per ciò che concerne la teoria malthusiana, è ancora assai problematica), è molto facile trasferire di nuovo queste teorie della storia naturale nella storia della società, ed è allora un’ingenuità davvero troppo forte affermare di avere con ciò dimostrato che tali affermazioni sono eterne leggi naturali della società.

Accettiamo per un momento la frase: lotta per l’esistenza, for argument’s sake [per comodità di polemica]. L’animale arriva al massimo a raccogliere; l’uomo produce, allestisce i mezzi necessari all’esistenza nel senso più vasto della parola, che la natura senza di esso non avrebbe prodotto (*). Ciò impedisce di trasferire, così senz’altro, le leggi di vita delle società animali alla società umana. La produzione porta rapidamente al punto in cui la cosiddetta struggle for existence non gravita più soltanto attorno ai puri mezzi di sussistenza, ma attorno ai beni voluttuari e a quelli necessari allo sviluppo. A questo punto, quando beni per lo sviluppo sono prodotti socialmente, diventano già totalmente inapplicabili le categorie derivanti dal regno animale.

Infine, nel modo di produzione capitalistico, la produzione raggiunge una tale altezza, che la società non può più consumare i beni prodotti per le necessità di vita e di sviluppo e i beni voluttuari, perché, ad arte e con la violenza, viene sbarrato l’accesso a questi beni alla grande massa dei produttori; quindi ogni dieci anni una crisi ristabilisce l’equilibrio con la distruzione non solo dei beni di una gran parte  delle stesse forze produttive, e la cosiddetta lotta per l’esistenza prende quindi la seguente forma: difendere i prodotti e le forze produttive creati dalla società capitalista borghese contro l’azione annientatrice, distruttrice dello stesso sistema capitalistico, togliendo la direzione della produzione e della distribuzione sociale dalle mani della classe capitalistica dominante divenuta di essa incapace e trasferendola alla massa produttrice: e questa è la rivoluzione socialista.

Già [in se stessa] la concezione della storia come un susseguirsi di lotte di classe è molto più profonda e ricca di contenuto della semplice riduzione di essa a fasi della lotta per l’esistenza debolmente distinte.

(*) Il contenuto del testo eglesiano si può rinvenire, in parte, in una lettera di Engels a Peter Lavrovic Lavrov in data 12 novembre 1875, nella quale si legge tra l’altro: «La differenza sostanziale tra la società umana e quella animale è data dal fatto che gli animali al più raccolgono, mentre gli uomini producono. Questa unica, ma enorme differenza rende, da sola, impossibile l’immediata trasposizione delle leggi delle società animali in quelle umane […]». La lettera, non pubblicata nelle Meoc, è ora disponibile in italiano nel volume delle Lettere 1874-1879, per le edizioni Lotta comunista, 2006.


2 commenti:

  1. Molto interessante.
    A margine, una premessa: la teoria dell'evoluzione di Darwin ha trovato nella sintesi moderna (neodarwinismo) applicazioni e conferme che hanno confermato e ampliato ancor più la sua scientificità.
    E ora la domanda: non ritieni che anche per Marx sia necessaria una sintesi moderna che possa "accreditare" con più forza le sue teorie?
    (Questo blog, in fondo, ne è un tentativo).

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  2. marx ha scoperto le leggi di movimento del modo di produzione capitalistico, quale sintesi "moderna" vogliamo fare?

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