lunedì 2 luglio 2012

Il castigo


La disoccupazione giovanile è oltre il 36 per cento. Per fortuna che con l’abolizione dell’art. 18 gli investitori stranieri pioveranno come rane dal cielo (infatti dei circa 178.000 schiavi della Foxconn l’età media è appena superiore ai 23 anni). Chi non è disoccupato è precario o sottoccupato, non ha un reddito o ha un salario minimo e incerto, il loro futuro e quello di tutti i salariati sarà anche peggiore. E ciò che è più straordinario è che vogliono almentare in noi il senso di colpa dicendoci che il lavoro non è un diritto, bisogna meritarselo, come se il piacere di nascere dovesse essere pagato ai padroni con un lavoro da schiavi. Alla bestia da soma si dà almeno la garanzia della biada e della stalla. Al disoccupato la derisione quando non la prigione.

I soldi per la “crescita” servono per salvare le banche dal fallimento, i consumi sono in picchiata e le aziende chiudono o riducono drasticamente. Questo regime economico che toglie a chi ha poco per dare ai ricchi e ai ladri, è fallito miseramente e ci racconta solo menzogne. I leader politici sanno bene che il sistema finanziario internazionale è sul punto di esplodere e di trascinare il mondo nella tragedia. Stanno solo cercando di guadagnare tempo, inventandosi qualsiasi cosa senza essere d’accordo su cosa fare.

Non è solo la governance politica demenziale a generare questo stato di cose, ma sono le leggi del capitalismo stesso a generare mostri. La lotta tra il dollaro e l’euro è solo un aspetto della guerra in atto e la mondializzazione non è altro che un nome di comodo dietro al quale agisce il solito brigantaggio, gente che spera in un peggioramento della situazione economica per speculare sui tassi (e l’acquisizione di asset a prezzi stracciati) e perché convinta che la Bce inietterà nuovo denaro e la Fed sarà costretta a un nuovo quantitative easing.

La vita di centinaia di milioni di persone è diventata un affare tra banche e briganti vari. Le regole di questo gioco dove siamo solo vittime le governa il gotha mercantile. Puntare alla riduzione del debito e all’aggiustamento della bilancia degli scambi con la riduzione dei consumi interni, specie in una fase di recessione economica conclamata, significa favorire il deflusso di capitali dai paesi più in difficoltà. Al di là della freddezza del calcolo economico, non si sa chi siano i più asini e quelli più criminali.

1 commento:

  1. L'analisi è perfetta, centrata, inappuntabile.
    Ma chi vuoi che se ne freghi?
    Loro sono lì a contare i bigliettoni mentre gli schiavi si danno a testat per un tozzo di pane. C'è chi è felice di guadagnare 400- 500 euro al mese. L'equivalente di un sacchetto di biada giornaliero. Non vale più la pena uscire di casa per quelle cifre. E' controproducente.
    Meglio restarsene sotto ai ponti della tangenziale a scaldare l'acqua sul fuoco nei bidoni dell'olio o della pittura con cui i banchieri avranno fatto ridare l'ennesima mano alla facciata del castello.

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