martedì 2 ottobre 2012

Autoritratto entro uno specchio convesso



Giolitti, nel 1912, dovette estendere il suffragio maschile anche agli analfabeti se non voleva escludere ben più della metà dell’elettorato potenziale.

Fino al 1946 solo il 15% della popolazione (prevalentemente maschile) frequentava la scuola oltre il 4° o 5° anno delle elementari. Il fascismo si può spiegare anche così. Con la repubblica in pochi anni si arrivò fino al 75%, ma ciò significa che circa un quarto della popolazione in età scolastica non frequentava la scuola dell’obbligo. Negli anni sessanta ancora oltre il 10% dei ragazzi non frequentava la scuola! Ma di quelli che la frequentavano, ben 462.000 l’anno non arrivavano a concludere l’obbligo, quasi tutti figli di contadini e operai.

Il numero di analfabeti è sempre stato piuttosto sostenuto nel nostro paese, ed è tuttora presente in modo endemico. Anzi, ben oltre le statistiche. Un esempio.

La lettura di un testo, se non è stato scolpito su pietra mitteleuropea da Massimo Cacciari, non dovrebbe rappresentare difficoltà insormontabili e tali da renderci ridicoli se fatta in pubblico, tanto più se si ha la possibilità di leggerselo prima del debutto in scena. E invece per molti la lettura rappresenta un problema, anche per quelli che possono esibire la licenza media e a volte persino una laurea. E non di rado si assiste a scene esilaranti persino in Parlamento, come questa. Del resto, il Parlamento è specchio del paese, autoritratto di un popolo entro uno specchio convesso.

2 commenti:

  1. http://www.repubblica.it/economia/2012/10/03/news/ore_lavorate_italia_al_top_in_eurolandia-43749350/?ref=HREC1-1

    Un articolo che sono sicuro stimolerà un suo commento o post :)

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