mercoledì 7 novembre 2012

I signori della democrazia



In una società come la nostra, la libertà è data dal denaro. Ne abbiamo prova in ogni momento: in una società divisa in classi, la libertà del padrone è molto diversa da quella del suo schiavo alla catena di montaggio o alla cassa del supermercato. La società borghese ha esteso formalmente la libertà a tutti, ma in realtà la libertà è premio per chi se la può comprare, per chi è libero dal bisogno, non costretto a vendersi per campare. Che questo stato di cose sia ineliminabile, che riguardi cioè la condizione umana di sempre, è una tesi che i padroni e i loro servi trovano ovvio interesse nel sostenerla, svilupparla e articolarla. Solo dal loro punto di vista, però. Allo schiavo salariato non resta che la rassegnazione, oppure l’illusione di poter migliorare la sua posizione personale. In tal caso, quei pochi che ci riescono, sono portati ad esempio per gli altri: anche tu ce la puoi fare, basta mettersi in gioco, con astuzia e spregiudicatezza. Ben sapendo che si tratta di un gioco truccato, essendo il numero dei posti a sedere nell’autobus sociale prestabilito in partenza.

Se il gioco dell’ascensore sociale è truccato, anche la democrazia borghese, che di questo gioco si fa garante, è fasulla. Ne abbiamo avuto un esempio questa notte, quando un miliardario, uno spregiudicato speculatore, un signor nessuno che in vita non ha mai fatto nulla di diverso che sfilare i soldi agli altri, per un pelo ha rischiato di diventare il presidente dalla più grande potenza mondiale. Sarebbe stato eletto con il voto comprato con centinaia di milioni di dollari investiti in propaganda e quindi con il sostegno finanziario di quelli come lui. E del resto, il suo avversario, Obama, non ha forse avuto bisogno del sostegno di gente che questa mattina incasserà i primi dividendi in Borsa? E quelli che hanno tifato e votato per l’uno o per l’altro, sempre questa mattina, andranno a rompersi il culo alla catena di montaggio o alla cassa del supermercato per ingrassare di profitti i signori della democrazia.

4 commenti:

  1. Errata Corrige: "non costretto a vendersi", invece di "non costretto a vedersi".

    Buona giornata e buon lavoro di divulgazione.

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  2. Segnalo (dando il link) questa piccola ma efficace storiella sulle elezioni del presidente USA, dal blog MILITANT.

    http://www.militant-blog.org/?p=7887

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  3. Parole semplici e naturalmente vere.
    Il popolo trascorre l'esistenza a fare il tifo per il proprio padrone, per questo o quel giornalista, presidente, capo, squadra, religione, etc.
    Una eterna competizione con relativa hit-parade.
    Non si litiga per procacciarsi una vita migliore ma per scegliersi il boia.
    Tirare il carro e ringraziare il padrone.
    O fare il padrone e bastonare gli schiavi.
    E' il paradigma della vita quotidiana. In famiglia, allo stadio, al lavoro, nella coppia, nel branco, da soli ... o padroni o schiavi! O bianco o nero.
    Non esistono più le mezze stagioni.
    Dio è vivo. Prima il dovere e poi il piacere.
    Il dovere sulla terra ... il piacere in Paradiso! Con ricchi premi e cotillon.
    Il popolo ama il re.

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