martedì 4 dicembre 2012

Paragoni



Marco Licinio Crasso è stato il vincitore di Spartaco e, come ci insegnavano alle elementari e ripetevano alle medie e infine al ginnasio, fece parte del primo triumvirato, quello famoso con Giulio Cesare e Pompeo. Perché occuparsi ancora di lui? L’ho scelto come metro per paragonare la sua fortuna smodata con quella degli attuali superricchi globali che si lagnano di pagare troppe tasse. Ebbene, Marco Licinio guadagnava annualmente come ben 32 suoi concittadini e poteva permettersi di non farsi mancare nulla.

Agli inizi del secolo scorso, il mitico Rockfeller poteva vantare un reddito pari a quello medio di 116 americani. Oggi, invece, l’uomo più ricco del mondo, residente a Città del Messico, tale Carlos Slim Helù, un magnate delle telecomunicazioni, ha un reddito pari a quello di 400.000 messicani.

Ma non solo i plutocrati fanno la differenza, anche i cosiddetti manager non se la passano male. Solo trent’anni fa un capo azienda guadagnava mediamente 42 volte un operaio, ma oggi un suo omologo si porta a casa emolumenti (chiamiamoli così) pari a 380 volte quello che guadagna un suo dipendente. A fronte però di quello che pappa Marchionne, si tratta di pezzenti. Il mitico stratega della Fiat-Chrysler guadagna come 6.500 dei suoi schiavi alla catena di montaggio. Salvo riconteggi per via delle stock grant. Per non dire dei boiardi di Stato e parastato.

È questa aristocrazia venale a fare l’economia e in definitiva a decidere la politica. Si sono messi in testa di essere delle divinità, convinti dai loro miserabili servitori, gli economisti e altri savants delle logge muratorie, che senza Stato si possa giocare ugualmente all’accumulo. E non sono pochi coloro che li hanno seguiti fin qui per decenni intimamente cupidi di diventare ineguali, mentre a tutti gli altri non resta che il gusto del rischio di fine mese con la speranza di diventare capitale anche domani.



2 commenti:

  1. E poi gli sprechi sono gli ospedali e le scuole!

    Tutte le volte che si parla di sprechi mettere a confronto questa realtà!

    L'iconografia è sempre più bella. Ciao,gianni

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