lunedì 6 maggio 2013

L'ultimo statista democristiano



Il 6 gennaio 1980, Mattarella fu ucciso sotto casa da un commando mafioso. Giulio Andreotti tornò segretamente in Sicilia e all’interno di una villa incontrò alcuni dei mafiosi assassini di Mattarella che, com’è sacramentato in una sentenza definitiva della Repubblica italiana, avrebbe coperto con il suo silenzio complice per il resto dei suoi giorni, garantendo così la loro impunità e alimentando il senso di onnipotenza della Mafia.



Nella motivazione della sentenza n. 1564 del 2.5.2003 della Corte di Appello di Palermo nel processo a carico di Andreotti, confermata definitivamente in Cassazione, si legge: «E i fatti che la Corte ha ritenuto provati dicono, comunque, al di là dell’opinione che si voglia coltivare sulla configurabilità nella fattispecie del reato di associazione per delinquere, che il sen. Andreotti ha avuto piena consapevolezza che suoi sodali siciliani intrattenevano amichevoli rapporti con alcuni boss mafiosi; ha, quindi, a sua volta, coltivato amichevoli relazioni con gli stessi boss; ha palesato agli stessi una disponibilità non meramente fittizia, ancorché non necessariamente seguita da concreti, consistenti interventi agevolativi; ha loro chiesto favori; li ha incontrati; ha interagito con essi; ha loro indicato il comportamento da tenere in relazione alla delicatissima questione Mattarella, sia pure senza riuscire, in definitiva, a ottenere che le stesse indicazioni venissero seguite; ha indotto i medesimi a fidarsi di lui e a parlargli anche di fatti gravissimi (come l’assassinio del Presidente Mattarella) nella sicura consapevolezza di non correre il rischio di essere denunciati; ha omesso di denunciare le loro responsabilità, in particolare in relazione all’omicidio del Presidente Mattarella, malgrado potesse, al riguardo, offrire utilissimi elementi di conoscenza».

Tuttavia non bisogna credere che Andreotti fosse un caso isolato nella Democrazia cristiana, non era l'unico o uno dei pochi a intrattenere rapporti con la Mafia; la Democrazia cristiana riconosceva un ruolo alla Mafia come organizzazione che gestiva un territorio (e i voti), e tuttavia sarebbe sbagliato considerare la Democrazia cristiana un tutt’uno con la Mafia. Se ne serviva, come se ne servono altri tutt’ora.

La differenza tra Andreotti e un Berlusconi qualsiasi, è il comportamento di Andreotti al processo di Palermo.


1 commento:

  1. diversamente da Berlusconi aveva un rapporto molto stretto e quotidiano con gli esponenti della Chiesa Cattolica . chissà se avrà mai confessato i peccati più segreti a quello che era il suo padre spirituale oppure se era più incline a non fidarsi di nessuno . secondo me, immaginando il tipo , non ha mai ammesso nulla di compromettente nemmeno nei momenti di massimo raccoglimento col suo Dio.

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