martedì 25 febbraio 2014

Complici


Lo so, non interessa quasi a nessuno il caso del rapimento di Abu Omar, portato via dall'Italia con volo dalla base di Aviano e in seguito incarcerato e torturato in Egitto, e la relativa interminabile vicenda giudiziaria. Ricordo solo che gli imputati erano stati condannati per aver agito “con il fine personale di fare carriera ascoltando le promesse di un capoarea della Cia, Robert Seldon Lady”. Ora in Cassazione –  “nonostante la strenua insistenza della Procura generale” (che evidentemente era contraria – sono stati assolti in quanto "l'azione penale non poteva essere perseguita per l'esistenza del segreto di Stato".



Scrive Repubblica:

Dopo undici anni dal rapimento dell'imam egiziano Abu Omar - avvenuto a Milano il 17 febbraio del 2003 a opera della Cia con la collaborazione di agenti del Sismi, mentre la magistratura del capoluogo lombardo stava indagando su di lui ed era prossima ad arrestarlo - la Cassazione, nonostante la strenua insistenza della Procura generale, si è risolta ad accettare l'ultimo verdetto della Consulta, che più volte ha steso la coperta dell'immunità del segreto di Stato sui servizi segreti italiani coinvolti in questa extraordinary rendition.

Per Repubblica, il fatto che Abu Omar fosse indagato dalla procura e questa fosse prossima ad arrestarlo, dovrebbe ben mettere in luce – presso il lettore – la pericolosità di Abu Omar in merito ad accuse di terrorismo, e dunque con ciò si sottintende in qualche modo giustificare il rapimento dello stesso. Abu Omar, dopo undici anni dal suo rapimento è stato condannato dal giudice per le indagini preliminari, Stefania Donadeo, a sei anni di reclusione.

Evidentemente, nel dare queste notizie non si vogliono tenere distinti i due piani della vicenda, ossia da un lato il rapimento, ad opera della Cia e dei servizi segreti italiani, e dall’altro le eventuali responsabilità penali in capo al rapito.

Per la Cassazione, in un primo momento, quel rapimento era una violazione della sovranità italiana. Un giudizio che aveva fatto da guida al processo di appello bis, conclusosi il 12 febbraio del 2013 con la condanna di Pollari a dieci anni, di Mancini a nove e a sei anni di reclusione ciascuno per gli agenti Luciano Di Gregorio, Giuseppe Ciorra e Raffaele Di Troia.

Ma per i potenti, quando dichiarati colpevoli, i processi non finiscono se non con l’assoluzione o la prescrizione, salvo per i pesci piccoli e piccolissimi. Infatti, sono stati condannati a due anni e otto mesi a titolo definitivo per il rapimento dell'iman egiziano il responsabile dell'archivio del Sismi, Pio Pompa, e il funzionario Luciano Seno.

Dunque, per degli organi dello Stato e per i relativi funzionari, consentire e anzi fare da supporto logistico per il rapimento di una persona, perché poi questa sia portata all’estero, incarcerata e torturata, non ha rilievo penale laddove l’operazione sia coperta dal segreto di Stato (e vogliamo far luce su Ustica?).

Che dire poi di George W. Bush che aveva autorizzato un'operazione illegale in territorio italiano? Le autorità italiane non hanno avuto nulla da dire, anzi i governi Prodi, Berlusconi, Monti e Letta si sono sempre battuti per il riconoscimento della ragion di Stato sui documenti legati al rapimento. Questa si chiama complicità.

E della "tanta negligenza" e "stravaganza" dimostrata dai giudici che indagavano sul rapimento di Abu Omar è sufficiente leggere questo informato articolo.

Non solo, Joseph Romano, all'epoca comandante della base di Aviano da dove era transitato il rapito, ha ricevuto la grazia da Giorgio Napolitano, nonostante il parere contrario della Procura della Corte di appello di Milano. Romano, contumace, era stato condannato a sette anni.

Oltre il danno, per Abu Omar c’è la beffa, poiché con questa sentenza è stata sbarrata definitivamente la strada anche alle sue pretese risarcitorie e di quelle di sua moglie Nabila, costituitisi in giudizio come parti civili.

Dove stanno i tanti democratici che hanno a cuore le sorti civili di questo paese, di questa colonia americana, dove stanno i combattenti indefessi dei diritti e della giustizia?



2 commenti:

  1. Mi aspetto una puntata di Fazio sul caso....prossimamente su rai3
    AG

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  2. Stanno negli armadi con il resto degli scheletri. Molto della politica nostrana (e non solo) si fa con i dossier.131 basi USA in Italia e milioni di dollari investiti. Fuori i nomi dei coraggiosi combattenti.

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