lunedì 4 agosto 2014

Dalla parte dei banditi


Nessuno se ne ricorda più, e non per caso. Non se ne parla nei documentari di rievocazione e raramente vi si fa cenno nei libri, ossia al fatto che cento anni fa, il 4 agosto 1914, il Partito socialdemocratico tedesco (SPD), primo partito di Germania, votava i crediti di guerra, sostenendo che non si poteva abbandonare la patria nel momento del bisogno. La storia della sinistra europea è ben sintetizzata da tale dichiarazione e da quell’evento: il tradimento. Con il voto a favore dei crediti di guerra, la sinistra europea siglò la condanna a morte di milioni di proletari.



Eppure, solo il 25 luglio di quell’anno, il Partito socialdemocratico tedesco, aderendo alle manifestazioni di piazza contro la guerra, dichiarava: «In nome dell'umanità e della cultura, il proletariato cosciente di Germania dichiara la sua opposizione inflessibile alle attività criminali dei guerrafondai. Facciamo urgente appello al governo tedesco di esercitare la sua influenza sul governo austriaco per mantenere la pace, e se questa guerra vergognosa non sarà fermata, di astenersi da qualsiasi tipo di intervento militare. Non una goccia di sangue di un solo soldato tedesco dovrà essere sacrificata per favorire gli intrighi di potere dei governanti austriaci per conto degli interessi imperialisti».

Sul carattere della guerra borghese si era già espressa la II Internazionale con il Manifesto di Basilea nel 1912. I partiti socialisti europei, solo due anni dopo, quel Manifesto se lo misero sotto i piedi e votarono a favore di una guerra che doveva decidere una nuova spartizione del mondo, ossia quale dei due gruppi di banditi della finanza, quello atlantico o quello tedesco, avrebbe avuto la parte del leone.

Come solito, la sinistra (quando esisteva) proclamava una cosa per poi fare l’esatto contrario in alleanza con la reazione borghese. Oggi poi non esistono nemmeno più le condizioni sociali e politiche per parlare di sinistra, poiché essa è un tutt’uno con l’ideologia e gli interessi della classe dominante. Non è nemmeno più il caso di parlare di democrazia borghese, laddove la proprietà privata del piccolo proprietario è stata annientata, la libera concorrenza è una burla, e il parlamentarismo serve solo per imbellettare la schiavitù in un gigantesco e spettacolare sistema di controllo e d’induzione al consumo.



2 commenti:

  1. In "Una sera dell'anno Mille", Glauco Maria Cantarella spiega da dove viene nel nostro vocabolario il verbo "livellare". Viene da una forma di contratto altomedievale, detto "libellus", libretto, una finzione giuridica nella quale il piccolo proprietario, in realtà costretto dalla forza o dalle circostanze a cedere la sua terra - e quindi il suo lavoro, se stesso e la sua famiglia - al signore, al vescovo o al monastero, appare come giuridicamente eguale alla controparte con la quale liberamente stipula il contratto. Un contratto teoricamente tra "eguali", proprio come teoricamente "eguali" sul piano della legge sono oggi il datore di lavoro e il lavoratore; in realtà, la legalizzazione dell'ineguaglianza, dell'ingiustizia e della immensa asimmetria tra potente e servo.

    Un'altra interessante figura giuridica altomedievale, che come la precedente ci riporta ai nostri tempi, era quella del cartolario. Tramite la "cartula obligationis", spesso non una decisione autonoma del contraente ma in pratica un'ingiunzione della controparte o una costrizione, una persona libera, pur teoricamente mantenendo lo status di libero, di fatto si privava della libertà per servire un potente. Un libero servo, un libero non-libero. E' straordinario vedere come da sempre, e per sempre, la legge non sia altro che la maschera del diritto messa sull'ingiustizia strutturale di un'intera forma sociale per lavare la coscienza nera dei padroni.

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  2. Con il voto a favore dei crediti di guerra, la sinistra europea siglò la condanna a morte di milioni di proletari.
    un tradimento prevedibile e ripetibile ( come ancora oggi vediamo ...) perche'' il problema "sta nel manico".
    Quando infatti la guida dei partiti dei " lavoratori" e' affidata a esponenti di origine borghese e' inevitabile che prima o poi queste " guide" facciano scelte "borghesi " .

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