martedì 16 settembre 2014

Lo sporco gioco


Quello che viene indicato come il Nuovo Ordine Mondiale, non è ancora perfetto. Ci sono ancora alcuni pezzi che non si sono ben incastrati nel puzzle, grandi paesi come la Cina, il Brasile e l'India, ma soprattutto manca un pezzo importante: la Russia. La Cina non è la Lettonia, l'India non è l’Italia e il Brasile non è il Portogallo, e tuttavia pur essendo questi paesi delle potenze con una certa autonomia sotto molti aspetti (specie la Cina), esse sono integrate nel sistema economico mondiale al punto che non possono mostrarsi troppo reticenti a quest’ordine, pena gravi conseguenze. Si distingue la Russia, il paese più recalcitrante, ed infatti il vecchio nemico della guerra fredda è l'obiettivo ideale per l’ultima, ridicola e isterica crociata “democratica”.



L'Unione sovietica, presieduta dal contadino Stalin, passò dall’essere un regime dispotico e barbaro a paese alleato dell’America, una nazione la Russia che sostenne per gran parte il peso della guerra contro i fascismi fomentati dalla borghesia europea (*). Poi, non volendo arrendersi alla supremazia nucleare americana e al suo modello sociale e culturale, divenne l’impero del male governato dagli eredi di Stalin, mentre oggi, anche se il demoniaco impero sovietico è morto, l'unico ostacolo al dominio su tutta la terra del nuovo ordine mondiale di matrice atlantica è indicato nuovamente nella Russia, questa volta governata dal dispotico Putin.

Per gli Usa e i suoi alleati, la guerra fredda non è mai finita, prosegue con metodi fascisti distruggendo l’economia di decine di nazioni, seguendo le strategie di quel paranoico di Brzezinski e di quei fanatici seguaci di quel deficiente di Milton Friedman. Non sarà dunque la Russia che causerà l'apocalisse, così come si è ben guardata l’Urss dal rispondere a qualsiasi provocazione in termini nucleari. Sarà l’America a far fare all’Europa ancora una volta il lavoro sporco, forse in una contesa suicida, ma già da oggi dispendiosa in termini economici. Divide et impera è il motto che andrebbe scritto sul biglietto verde.

L’Europa accetterà ancora questo sporco gioco, oppure deciderà di uscire dalla seconda guerra mondiale e dai suoi esiti? Una guerra che l'America e i suoi Patton non potranno mai smettere, una guerra perenne per imporre la loro democrazia e il liberismo più individualista e sfrenato.

(*) Le perdite statunitensi in entrambe le guerre mondiali sono state di 344.959 caduti. Il raffronto forse più significativo può essere fatto con i combattimenti di Verdun del 1917, noti per essere stati sanguinosissimi. I dati ufficiali francesi, sebbene notoriamente sottostimati, parlano di 162.308 tra morti e dispersi e 214.932 feriti in dieci mesi. I tedeschi persero 420.000 uomini, anche se i dati ufficiali parlano di 100mila tra morti e feriti. Cifre irrisorie se paragonate a ciò che avvenne venticinque anni dopo.

Nel solo fronte orientale, nei tre anni giugno 1941- maggio 1944, il tasso medio di perdite della Wehrmacht sfiorò i 60.000 morti il mese. Solo nell’aprile e giugno 1943 non superarono i 20.000 caduti mensili, ma già nel luglio il numero salì a 85.000. Nel gennaio dello stesso anno, in coincidenza della caduta di Stalingrado, i morti erano stati 180.000. Nell’agosto del 1944, tali perdite raggiunsero l’incredibile cifra di quasi 280.000, mentre nel luglio precedente 165.000. Si tratta di quasi mezzo milione di caduti in due mesi e solo sul fronte orientale.

L’Armata Rossa inflisse oltre 80% delle perdite alle forze tedesche nel conflitto. Tra il 19 novembre 1942 al 2 febbraio 1943, l'Armata Rossa distrusse quasi 70 divisioni dell'Asse (circa 30 tedesche, 15 rumene, 10 italiane e 10 ungheresi), per un totale di oltre 1 milione di soldati, ma perse circa 600mila uomini. Solo l'operazione Bagration (iniziata il 22 giugno 1944), una delle più vaste della guerra, costò all'Armata Rossa 765.815 morti, dispersi e feriti; i tedeschi contarono circa 445mila perdite, tra cui oltre 100.000 prigionieri. Nella sola battaglia per Berlino (13 gennaio - 25 aprile), i sovietici registrarono 584.788 morti; nella sola conquista della capitale tedesca (dal 16 aprile all'8 maggio) l'Armata Rossa ebbe 361.367 tra morti, dispersi e feriti.

6 commenti:

  1. Olympe, niente di nuovo sotto il sole:

    Plutarco: i poveri vanno in guerra a combattere e morire per i capricci, le ricchezze e il superfluo di altri.
    Saluti

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  2. Per farti sapere che leggo sempre queste tue perle Olympe.
    Ciao Franco.

    P.S: condivido in toto la citazione di nonno Franco. Un saluto.

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    1. eh sì, ogni tanto mandatemi cartoline di questo tipo. grazie e ciao

      (magari usa un nick, perchè il timbro postale non basta)

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  3. Temo che i fattori geografici possano fuorviare lo sguardo.

    Sulle connessioni fra economia americana e nazismo ho trovato (dopo la precedente segnalazione) anche questo:

    Legami Usa-Germania nazista
    http://scintillarossa.forumcommunity.net/?t=50710751

    L'attuale appecoramento europeo agli usa andrebbe indagato - oltre che nella sovrastruttura di servizi segreti e leader ricattabili - nel grado di commistione dei capitali europei e usa. Mi pare che solo nel settore bancario e finanziario ce ne siano a iosa.

    La guerra, come ben sappiamo, si scatena per motivi economici, e ai capitalisti non interessa quali popoli ne dovranno sopportare le conseguenze.
    Fossero anche i loro, non glien'è mai importato un belino, tanto di case in svizzera o alle bahanas ne hanno a bizzeffe. E poi la loro singola coscienza (hai visto mai che a qualcuno ne rimanga un po') nei bilanci aziendali conta un cazzo. ciao g

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  4. P.S. Indicativo mi sembra il fatto che in germania a frenare le sanzioni e l'escalation contro la Russia sia la confindustria e non la bundesbank.

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  5. Dimenticavo un video russo da non perdere :

    http://www.beppegrillo.it/la_cosa/2014/09/11/gli-usa-vogliono-grande-guerra/

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