sabato 13 dicembre 2014

Angioletti


È curioso osservare che nelle chiese cristiane si adori la divinità, ossia Gesù, e però esse portino il nome di esseri umani chiamati santi, cui sono attribuite dai fedeli forme di venerazione anche superiori. Spesso nei dipinti, statue e mosaici che adornano le chiese vengono raffigurati questi santi ai quali fin dalle origini dell’arte cristiana furono attribuiti gesti, modi di vestire e caratteristiche che spesso derivavano dalla sfera imperiale.

Tutto ebbe inizio con la diffusa usanza, specie in Oriente, di collocare sculture sopra o accanto ai principali ingressi delle chiese, di modo da porle in stretto rapporto di protezione con le immagini del santo rappresentato, immagini che in tal modo svolgevano una funzione apotropaica, tanto è vero che prima di entrare in chiesa il fedele doveva mostrare la sua reverenza a tali immagini.



In non rari casi gli artisti raffigurano i santi nel momento in cui a questi viene inflitta la pena e muoiono, non prima magari di aver compiuto un qualche prodigio. Non importa quale sia stato il motivo della loro condanna, fatto sta che essi vengono definiti martiri. Le loro vicende più sono crudeli e più commuovono i fedeli, i quali, come faceva notare san Paolino da Nola, nella loro ignoranza, credevano che i santi godessero quando i loro sepolcri venivano “bagnati di vino”, e ciò non può che rinviare alle liturgie del refrigerium da cui poi trae origine il rito dell’eucaristia.

In questo genere di opere celebranti il martirio, gli artisti li rappresentano spesso con espressione di sofferenza e di dolore, e però si potrebbe inferire che quasi tutti i mortali, nel momento del trapasso, sia esso per malattia o altre cause, potrebbero rientrare nella categoria di santi o quantomeno in quella di beati.

Per dare maggior rilievo devozionale alle figure di questi santi, e onde conferire ad esse la magica potenza del santo stesso, in taluni casi venivano persino mischiate al colore particole polverizzate della reliquia del santo raffigurato.

A questi martiri le chiavi del Papa aprono da subito le porte del cielo: il titolo di santo è aggiunto davanti al loro nome e da quel momento essi possono intercedere per nome e conto dei fedeli presso la divinità e con ciò compiere i più incredibili prodigi secondo le aspettative e le richieste dei supplicanti stessi.

*

Gli artisti cattolici, nelle loro opere di carattere religioso, usano ritrarre degli angeli come abbellimento, perciò sono soggetti che si vedono spesso nelle loro raffigurazioni. Nelle catacombe, ossia ipogei cimiteriali dell’epoca imperiale romana, accanto alle tombe cristiane gli angeli venivano raffigurati con sembianze umane. Più tardi, furono ritratti con un’aureola, simbolo della loro santità, e, rifacendosi all’iconografia politeista, con delle ali. Infatti, l’angelo (“intelligenza divina”), non solo nel cristianesimo, è un messaggero della divinità, vale a dire che la divinità trasmette agli uomini per suo tramite il proprio volere.

Tuttavia, l’origine di queste figure alate si perde nella notte dei tempi, e si possono rintracciare già nel mito indoeuropeo. Del resto l’arte cristiana di rappresentanza deriva dall’arte imperiale, laddove nel tardo antico, epoca in cui venne a formalizzarsi il cristianesimo, venivano a coesistere, come rilevava l’archeologo cattolico F. W. Deichmann, “elementi cristiani, profani, mitologici e pagani” e ciò a confutazione “dell’erronea convinzione moderna che tutto ciò che nel tardo antico veniva decorato con simboli cristiani, scene e figure fosse destinato a scopi esclusivamente ecclesiastici, soprattutto eucaristici” (*).

Nei primi tempi del cristianesimo, sorse, tra molti altri, un culto considerato eretico, i cui seguaci erano detti Angelici (o Angeliti), i quali giungevano, seconda l’accusa, a credere gli angeli superiori anche a Gesù, il quale si doveva rivolgere al Padre per loro tramite. Credevano pure che Dio avesse creato il mondo per loro mezzo. Anche il presunto san Paolo ebbe a occuparsene, ammonendo i fedeli, nella sua Lettera ai Colossesi di non seguirne l’esempio (**). Nel concilio di Laodicea (364), si ritrova un decreto che anatemizzava questa corrente cristiana (***). È curioso che la parola vangelo contenga quella di angelo.

All’inizio i teologi avevano suddiviso gli angeli in tre gruppi, ricalcando un po’ l’ordine gerarchico delle corti antiche. Dal VII-VIII secolo, in Oriente, gli angeli furono considerati l’anima del cielo, e quindi avevano vesti azzurro-verdi, simbolo del cielo. In Occidente si credeva che l’angelo fosse una divinità immacolata e portava, quindi, vesti bianche. Diverso era anche il modo di raffigurarli, le loro vesti anche in Occidente furono arricchite di decorazioni in oro e in argento, e i colori delle vesti non furono più canonizzate. Più tardi, cambiò nuovamente il modo di raffigurarli, ed assunsero un aspetto più vivace, finché se ne modificò anche l’aspetto, ossia dagli esseri asessuati con lunghe vesti e un paio d’ali, si passò a fanciulli nudi con le ali, anche in atteggiamenti allegorici e assai profani. Si giunse poi a raffigurarli solo con la testa e un paio d’ali sul collo, svanendo definitivamente ogni espressione propriamente religiosa. Non è infrequente che due famosi angioletti di Raffaello (Madonna Sistina), riprodotti su pannello, facciano la loro bella figura in certe abitazioni, omogenei col resto dell'arredamento.


(*) Archeologia cristiana, L’Erma di Bretschneider, Roma 1993, p. 260.

(**) “Nessuno v'impedisca di conseguire il premio, compiacendosi in pratiche di poco conto e nella venerazione degli angeli, seguendo le proprie pretese visioni, gonfio di vano orgoglio nella sua mente carnale” (II, 18). La lettera ai Colossesi è ritenuta apocrifa, e del resto non c’è la minima prova storico/documentale dell’esistenza di Paolo.


(***) Gaetano Moroni, Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica, vol. II, p. 77.

1 commento:

  1. e l'angelo più bello?
    il capo dei ribelli?
    e l'arcangelo che lo sconfisse?
    e l'angelus novus?
    e il ministro dell'inferno italiano, chiamato angelino??
    ciao.

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