lunedì 29 dicembre 2014

Capitale


Se c’è una cosa che m’irrita quando leggo i giornali è il continuo piagnisteo di grandi e piccole firme sulle cattive e progressive sorti dell’Italia. Ieri il direttore del Sole 24ore lacrimava perché ci sono “ancora troppi negozi che chiudono”. È il mercato, bellezza, cazzo vuoi?

“Con lo sfruttamento del mercato mondiale la borghesia ha dato un'impronta cosmopolitica alla produzione e al consumo di tutti i paesi. Ha tolto di sotto i piedi dell'industria il suo terreno nazionale, con gran rammarico dei reazionari. Le antichissime industrie nazionali sono state distrutte, e ancora adesso vengono distrutte ogni giorno.”

Capito dottor Roberto Napoletano? Lei è un reazionario, non sa adeguarsi al fatto che la classe sociale della quale difende ogni giorno le ragioni “non può esistere senza rivoluzionare continuamente gli strumenti di produzione, i rapporti di produzione, dunque tutti i rapporti sociali”.

Se lei fosse stato un po’ attento, si sarebbe accorto che “Sono decenni ormai che la storia dell'industria e del commercio è soltanto storia della rivolta delle forze produttive moderne contro i rapporti moderni della produzione, cioè contro i rapporti di proprietà che costituiscono le condizioni di esistenza della borghesia e del suo dominio. Basti ricordare le crisi commerciali che col loro periodico ritorno mettono in forse sempre più minacciosamente l'esistenza di tutta la società borghese”.

Sono ormai decenni, dice, ma queste parole sono state scritte nel 1848. E voi piccoli borghesi non vi siete ancora ben resi conto che “i rapporti borghesi di produzione e di scambio, i rapporti borghesi di proprietà, la società borghese moderna che ha creato per incanto mezzi di produzione e di scambio così potenti, rassomiglia al mago che non riesce più a dominare le potenze degli inferi da lui evocate”.

Succede a lei quanto capita al sindacato che si duole del cosiddetto Jobs act. Quelli del sindacato parlano dello Stato e delle istituzioni come di cosa astratta, di sopra delle parti. Pensavano forse che potesse durare un sistema dove la forza-lavoro è qualcosa di diverso da una merce, ossia degna di diritti e tutele? Mai sentito dire che in questo modo, cioè con la nuova legislazione, finalmente “l’azienda diventa padrona del proprio destino, in termini di allocazione efficiente del capitale umano”?


Un salariato, prima di essere un umano, è: ca-pi-ta-le!

5 commenti:

  1. Olympe, Quos deus perdere vult, dementat prius:
    “i rapporti borghesi di produzione e di scambio, i rapporti borghesi di proprietà, la società borghese moderna che ha creato per incanto mezzi di produzione e di scambio così potenti, rassomiglia al mago che non riesce più a dominare le potenze degli inferi da lui evocate”.
    Insomma hanno messo in moto una reazione a catena "incontrollata", ossia una bomba a fissione nucleare dagli effetti devastanti.
    Finora tali processi nucleari a catena sono stati tenuti sotto controllo, come in un comune reattore nucleare per la produzione di energia elettrica, attraverso le GUERRE.
    Ma non c’erano, come oggi, quegli Ordigni Nucleari che, invece di controllare, possono innescare una reazione a catena INCONTROLLATA.
    Buon anno

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  2. Ciao Olympe.
    Mi sono sentito un po spiazzato da questa frase "Pensavano forse che potesse durare un sistema dove la forza-lavoro è qualcosa di diverso da una merce, ossia degna di diritti e tutele?"
    Scusami, ma la forza-lavoro in questo sistema, non è per nulla qualcosa di diverso da una merce come tutte le altre, e non credo affatto di sbagliarmi.

    E poi chiedo, quest'ultima frase che chiude il post, chi l'ha pronunciata? : “l’azienda diventa padrona del proprio destino, in termini di allocazione efficiente del capitale umano”?.

    Ciao Olympe... Franco.

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    1. infatti, proprio così. in un sistema sociale capitalistico la forza-lavoro è una merce, dipende dalle circostanze storiche se ai salariati vengono riconosciute più o meno tutele, dipende dalla lotta di classe tra capitale e lavoro.

      prova a incollare la frase su google e vedrai
      ciao Franco

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  3. Seminerio è un nemico dell'umanità, e fin lì ci può stare, nessun problema: non stiamo tutti per forza dalla stessa parte e volterrianamente riconosciamo il diritto umano, per chi ne vuole usufruire, ad essere contro l'umanità.

    Il problema sorge quando si è così disonesti intellettualmente da scrivere che "uno straccio di rete di welfare pare esservi". Quale welfare, quello delle famiglie, Seminerio? La pensione del nonno - quando ce n'è uno, se no sono dolori - spesa per mantenere il nipote disoccupato? I nemici dell'umanità vanno anche bene, a patto che però si mantengano su uno standard intellettuale decente. Prendere per il culo i lettori non è un granché come standard, e non a caso pare sia impossibile replicare all'autore sul suo blog.

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    1. e non a caso pare è impossibile replicare all'autore sul suo blog
      non a caso

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