mercoledì 22 aprile 2015

Sì, ma chi?


Politici, economisti, sociologi, psicologi, filosofi, sindacalisti, specialisti di opinione pubblica, e tutti gli altri imbecilli che puttaneggiano con il potere, evocano continuamente i “problemi gravissimi” guardandosi bene, tuttavia, dal nominarli col loro vero nome. Ogni volta che i padroni dell’alienazione chiedono di annusare un nuovo fenomeno con cui si manifesta la stessa crisi, loro che adorano le definizioni e le etichette, sfuggono dal nominare i problemi con il loro nome ben consapevoli che la loro “scienza” non può risolverli ma che non vogliono che alcun altro pronunci diagnosi e cure diverse.

Essi sanno bene che la nostra innominabile società di classe, che era già in passato essenzialmente inabile a risolvere le proprie contraddizioni, ora è diventata visibilmente un anacronismo e che per sopravvivere sta trascinando l’umanità intera in nuove e sempre più ampie tragedie. Del resto, il mestiere di questi delinquenti della politica e della comunicazione ufficiale, consiste ormai nel mostrarsi necessari ai loro datori di lavoro. Ciò che dovrebbe sorprendere, a fronte di ripetuti fallimenti e analisi sbagliate, è il credito che simili specialisti continuano a riscuotere, se non fosse per il desolante quadro di decomposizione in cui versa la coscienza pubblica.

Vogliono bombardare i “barconi”. Come solito si punta all’effetto più che alla sostanza, alla febbre e non alla causa, confidando in una suppostina miracolosa e ancor più a guadagnare tempo. Speriamo non bombardino i “barconi” con la stessa precisione con la quale si è sparato ai pescatori indiani. In tal caso la colpa sarà dei piloti, mostrando una volta di più l’incapacità e la viltà di cui sono capaci delle classi dirigenti che si trovano a non funzionare più nel momento stesso in cui la loro funzione è messa universalmente in discussione.

*


Stesso discorso vale per la Grecia. Non c’è più un euro per pagare stipendi e pensioni, ma non sono mancati 450 milioni di rimborsi al Fmi. Sono dunque questi i marxisti che hanno preso il potere attraverso le urne. Basta dire che Marx aveva la barba lunga per essere annoverati tra i rivoluzionari. E sempre gli esperti di opinioni ci dicono che guai a mancare i rimborsi, il rischio concreto è di essere ricacciati all’età della dracma o della lira. Vero. Prima i rimborsi e poi potete andare anche in malora.

*

Qui da noi le cose sono simili se non uguali. Fanno strame della costituzione ma per quanto riguarda il resto c’è solo da sperare che una lieve ripresa economica europea faccia muovere anche da noi qualche decimale. Intanto si guadagna tempo in un gioco che può durare a lungo ma che non può andare all’infinito. Le diatribe sull’assegno ai disoccupati non dicono l’unica verità che andrebbe detta: il nostro capitalismo è al fallimento, ha gettato via un paio di generazioni dimostrando un’imprudenza e un’imprevidenza delle quali non ha ancora misurato tutte le conseguenze.


È vero che la questione supera tanto le nostre ex frontiere quanto i grossolani errori dei nostri politicanti ed economisti (vi ricordate cosa scrivevo di Monti nel novembre 2011 quando sembrava il nuovo Mosè?). Ed è proprio per questo che tutti i cosiddetti “problemi gravissimi del nostro tempo” derivano solo da un fatto molto semplice: che è venuto il momento di risolverli in prima persona. Ad ogni modo, senza allargare troppo il discorso, siccome in questo paese non manca l’intelligenza e forse nemmeno il coraggio, c’è allora da chiedersi come mai questa intelligenza e questo coraggio appaiano così poco, e ci venga detto che se loro sono inetti è colpa nostra e che se l’Italia va in rovina non è colpa loro?

1 commento:

  1. http://www.pinonicotri.it/2015/04/la-cina-si-fa-avanti-anche-nelle-istituzioni-monetarie-internazionali/


    perfetto,io su altro Blog,stranamente ho fatto un versione poetica in altro stile in risposta a due economisti..

    RispondiElimina