lunedì 27 luglio 2015

Solo un popolo ridotto all’idiozia


Quali obiettivi socialmente rilevanti si ripromette di raggiungere l’attuale politica economica dei governi nazionali e delle istituzioni europee? Nessuno. Le cosiddette riforme puntano innanzitutto a garantire la sostenibilità del debito (oltre a creare un sistema politico blindato), cosa di per sé giusta e necessaria. E però posto che tali riforme non raggiungono l’obiettivo (il debito pubblico continua a crescere sia in termini assoluti sia in rapporto al Pil in ogni paese) ci si dovrà porre, prima o poi, la questione in termini diversi. Nell’attesa – ahimè vana – di un cambio di paradigma, vedo di dire due cose che dovrebbero far riflettere.

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Il tema delle pensioni è scomparso dai titoli e anche dai sottotitoli dei giornali. Eppure la questione resta ed è il perno su cui necessariamente gira, dicono, il problema dell’occupazione. Per dar spazio a nuove assunzioni è necessario mandare a casa i lavoratori più anziani. È vero solo in parte e in certi settori non è vero per nulla. Il problema dell’occupazione non è se non in minima misura legato a quello della cosiddetta flessibilità in uscita. La questione occupazionale, qui e altrove, è legata a ben altre dinamiche, di cui si preferisce tacere. Oppure si dice che è legata allo sviluppo delle nuove tecnologie e dei processi tecnici. Insomma le solite amnesie, le analisi meramente descrittive che non colgono, non possono, le contraddizioni reali del capitalismo.



Ci raccontano che per far quadrare i conti pubblici è necessario ridurre l’assegno pensionistico. Non lo dicono in modo così brutale, ma lo fanno propalando la menzogna del contributivo quale misura di giustizia ed equità verso le nuove generazioni. Balle che solo decerebrati possono credere. Dei profitti realizzati sfruttando quel lavoro di generazioni nessuno ne parla, fanno parte di un’altra contabilità, quella occulta. Profitti che si apprestano, per l’ennesima volta, a rientrare dall’estero senza pagare dazio.

Anzitutto dice nulla che i ricchi in Italia nel 2013 siano aumentati del 15.6 per cento? E che le dieci famiglie con i maggiori patrimoni ora sono diventate più ricche di quanto lo sia nel complesso il 30% degli italiani più poveri? Per loro un balzo in avanti patrimoniale di quasi il 70% dall’inizio della crisi! E i galoppini di questi tagliagole ci vengono a raccontare in televisione della necessità di adeguare le pensioni (cosa che si sta facendo) al contributivo! Grandissimi stronzi, stanno solo difendendo il bottino dei loro padroni con la scusa del debito pubblico, ma non ci dicono nulla, queste grandi firme del cazzo, delle loro presenti e future pensioni con assegni scandalosi.

E che in nome del stramaledetto debito pubblico si sia fatto strame da trent’anni a questa parte di ogni diverso interesse è un fatto che si può dimostrare numeri alla mano.

Ciò che il lavoro di due o tre generazioni ha prodotto nell’insieme, ossia la trasformazione di un paese poverissimo a una delle maggiori potenze economiche, non conta. Gran parte di quella ricchezza, il patrimonio pubblico, è stata svenduta ai grandi gruppi privati. Il ricavato doveva servire, in primis, a ripianare proprio il debito. S’è visto! È servito solo a mandare avanti il carrozzone delle clientele e della corruzione che lucra sulla spesa pubblica e le “grandi opere”.

Con quale verifica dei presupposti giuridici e delle compatibilità di politica economica, e dunque degli interessi strategici nazionali, si è venduto il patrimonio pubblico? Dov’erano i costituzionalisti di grido? A presiedere l’ex Pci, mentre a palazzo Chigi governavano i banchieri! Con quale dibattito pubblico? Figuriamoci. Con il ricatto, con l’attacco speculativo sulla lira, orchestrato da entità che non sono per nulla occulte si è raggiunto lo scopo. Solo così è potuto avvenire l’esproprio della ricchezza della nazione, soffocando ogni compatibilità sociale in nome dei parametri di Maastricht.


Solo un popolo ridotto all’idiozia poteva cadere in un tranello simile.

8 commenti:

  1. cosa di per sé giusta e necessaria
    Qui c'e' un po' di ambiguità seppur poi risolta nel prosegui dell' articolo.

    , e' infatti "giusta e necessaria" per un " sistema" in cui i ricchi hanno il potere e le classi subalterne ne pagano le spese prendosene pure "la colpa" in quanto "votanti".

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    1. mi attendevo una osservazione così.
      giusta e necessaria nell'ambito del sistema vigente, e va da sé che a pagarne le conseguenze sono i molti e non i pochi.

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  2. in Italia ci son sempre state e ci sono tuttora sacche di povertà e di sottosviluppo spaventose, incomparabili a livello europeo. E l'arricchimento rapace dei pochi, lo smantellamento sistematico di beni pubblici, è stato possibile proprio incentivando la riduzione del popolo all'idiozia, alla dipendenza, al familismo, al menefreghismo. non solo attraverso la tv ma pure attraverso la scuola il welfare, tutto. La spesa pubblica italiana segue tuttora linee feudali; quella privata segue inveterate tradizioni fasciste. E il gioco è stato orchestrato di "menti raffinatissime" prima; e alla buona poi, sovvenzionando tutti i caratteri retrivi così presenti nella nostra società. Di pubblico in realtà il nostro debito non ha nulla. E oggi giungiamo a una situazione terrificante, in cui i padroni di tutto dicono che va tutto bene ma andrà meglio con le loro riforme; in cui nominare patrimoniali, successioni, conflitti d'interesse, è un autentico tabù, bestemmiare in chiesa. E io bestemmio. Sapendo che non basta bestemmiare, ma si può bestemmiare strumentalmente diciamo. Mi fermo.

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    1. personalmente non credo alla teoria delle menti raffinatissime, troppo semplice, direi quasi banale. Heterogonie der Zwecke è definizione più rispondente alla realtà.

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  3. In un sistema capitalistico imperialistico globalizzato,quale quello che stiamo vivendo,la parola "democrazia"e'totalmente priva di senso.Impera di fatto il pensiero unico,nelle scelte che contano,le paturnie su cui dividersi ,sono lasciate alle dispute da pollaio,per spartirsi il mangime.In cio',eccelsi pennivendoli,si spartiscono il bottino,intrattenendoci in dispute,che fanno da surrogato a quelleche dovrebbero essere le vere scelte.
    La novita',semmai,rispetto ad un recente passato ,e'la residua (sempre di piu'),importanza degli stati sovrani in cui si svolgono le competizioni..I burattini e i burattinai fanno egrgiamente il loro compito di guida dei polli,nelle varie competizioni elettorali.
    Gli italiani (o italioti) in questo quadro ,forse non sono nemmeno peggio di altri,solo che nel breve periodo devono fare i conti con un sistema burocratico mafioso che li penalizza,peraltro a loro colpa bisogna sinceramente ammettere,che vi ricorrono a piene mani,quando individualmente fa loro comodo,salvo strillare come se gli strappassero le emorroidi,senza anestesia ,tutte le altre volte.
    Atavico.Che ci volete fa'.
    Intanto godiamoci la querelle sportiva sulla Vezzali (quella che in diretta diceva di farsi volentieri stoccare afondo da Berlu...)
    La facciamo o no ministra dello Sport?

    Caino

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  4. Et voila'per la ben nota teoria fisica,un battito delle orecchie di un elefante cinese,provoca tifoni nelle borse occidentali...bolla prevista ,assestamento in corso,di certo un restringimento degli acquisti cinesi all'estero..vedremo gli effetti sulla mia pensione.

    caino

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  5. "Quali obiettivi socialmente rilevanti si ripromette di raggiungere l’attuale politica economica dei governi nazionali e delle istituzioni europee..."

    la distruzione dei diritti sociali, del welfare europeo e la privatizzazione dei patrimoni pubblici.


    " E però posto che tali riforme non raggiungono l’obiettivo (il debito pubblico continua a crescere sia in termini assoluti sia in rapporto al Pil in ogni paese) ci si dovrà porre, prima o poi, la questione in termini diversi."

    sì, la questione verrà ad un certo punto posta e risolta attraverso la monetizzazione del debito via BCE e attraverso finanziamenti diretti dal centro alla periferia ( camuffati da ristrutturazioni del debito ). Ci sono due "piccole" condizioni però. La prima è che vengano raggiunti gli obiettivi di cui sopra. La seconda che gli stati membri rinuncino, per trattato, a qualsiasi politica economica autonoma. La storia non è quasi mai sleale, di solito concede sempre molto tempo per rendersi conto di ciò che accadrà e per cercare di fermarlo.

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