venerdì 11 novembre 2016

Vincono comunque


Nelle recenti elezioni negli Stati Uniti d’America, dei 231 milioni che hanno diritto al voto alle urne si sono recati solo 128.804.735 elettori. Hilary Clinton ha ricevuto 60.635.503 voti (*), Donald Trump 60.171.232, pertanto la Clinton ha ricevuto 464.271 voti più del presidente eletto, con una più alta percentuale di voto nazionale, ma ha perso nei collegi elettorali (**).

Obama, nel 2008, aveva ottenuto 66.882.230 voti e 65.455.010 nel 2012. Pertanto la Clinton ha ottenuto circa cinque milioni di voti in meno rispetto a Obama.

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Alla chiusura delle contrattazioni il ieri, il Dow Jones è salito di ulteriori 218 punti, 1,2 per cento. Questo ha portato a 18.847 punti, superando il precedente massimo di 18.636 raggiunto lo scorso agosto. L’indice è salito del 5 per cento in questa settimana. L'indice S&P500 ha guadagnato il 4 per cento, ma i titoli finanziari ieri sono saliti del 3,7 (in lieve calo oggi), e in settimana dell’11 per cento.

L'aristocrazia finanziaria sta sbavando per la prospettiva di maggiori tagli fiscali alle imprese e sui redditi, l'aumento delle spese militari, e la demolizione delle normative, in particolare sulle banche e la finanza. Trump ha promesso l'abrogazione della Dodd-Frank Act. Questo spiega l’atteggiamento concretamente collaborativo offerto dal Partito democratico alla nuova presidenza.

Gli Stati Uniti in realtà non hanno un sistema politico di opposizione. Le divisioni tra i democratici e repubblicani, tra Clinton e Trump, sono di carattere completamente tattico. Tutti difendono gli stessi interessi, quelli dell'aristocrazia padronale e finanziaria che controlla il sistema politico e quello dei media.


(*) Nel 2004 votarono 122.295.345 (56.70%), nel 2008 i votanti furono 131.313.820 (58.23%), nel 2012 furono 129.085.403 (54.87%).

(**) Nei 240 anni di storia degli Stati Uniti, ci sono stati solo cinque elezioni in cui il presidente entrante non ha vinto il voto popolare. È accaduto nel 1876, quando il repubblicano Rutherford B. Hayes divenne presidente, anche se aveva meno voti rispetto del democratico Samuel J. Tilden. Il conflitto politico che si generò fu così intenso che i repubblicani riuscirono, dopo una lunga trattativa, ad ottenere la Casa Bianca solo dopo aver accettato la fine effettiva dell’occupazione delle truppe federali dal Sud, fatto che mandò in malora l’effettiva emancipazione dei neri.


Nel 1888, Benjamin Harrison vinse contro Stephen Grover Cleveland (presidente uscente), vincitore del voto popolare. Nel nostro secolo, questa anomalia si è verificata due volte, nel 2000 e ora di nuovo.

2 commenti:

  1. Quindi, ora (2016) è stato battuto il record dell'astensionismo, ossia: il 46,9% non ha votato!

    Ma che bella democrazia l'America!

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