domenica 12 febbraio 2017

Portino pazienza




Dalla sua ultima visita, tutto sembrava immutato. Sparsi sul tappeto del salotto, gli spartiti formavano ancora un labirinto ai piedi del pianoforte a mezza coda, la cui mole rannicchiata faceva pensare a una bestia in agguato. Avvicinandosi, però, Victor notò che i soprammobili in porcellana di Meissen, che il giorno precedente erano sullo strumento, erano sparsi sui cuscini di uno dei due divanetti, mentre i vasi coi fiori secchi erano stati esiliati dentro il caminetto 
(Claude Izner, La donna del Père-Lachaise,TEA, p. 114).

A chi è piaciuto il romanzo di Bruce Chatwin, Utz, e apprezza quelli scritti da Izner, suggerisco di leggere il saggio di Edmund De Waal, La strada bianca, Bollati Boringhieri, € 20.

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Prossimamente ho intenzione di dedicare un post al tema della sovrappopolazione, soprattutto per riportare ampi stralci di una lettera, datata 1° febbraio 1881, di Engels in risposta a Karl Kautsky. La lettera è nota pochissimo poiché, tra l’altro, il carteggio Marx-Engels, relativo agli anni 1880-1883, non fu pubblicato nelle Opere Complete edite dagli Editori Riuniti.

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È noto che in Russia il socialismo ai suoi esordi non fu legato all’esistenza di una classe sociale rivoluzionaria. Il movimento populista fu costituito prevalentemente da intellettuali, molti dei quali convinti che, a causa del suo passato e dei suoi istituti contadini, la Russia avesse una vocazione rivoluzionaria e speravano che essa potesse saltare la fase del capitalismo industriale. Fino agli anni Novanta del XIX secolo non esisteva una distinzione netta tra marxisti russi e populisti.

A tale proposito, mi propongo anche un post sulla vexata quæstio, molto datata (lessi quanto c’era da leggere 41anni fa!), della corrispondenza tra Marx e Vera Zasulič in merito alla cosiddetta obščina. Anche tale corrispondenza (lettera di Marx e quattro lettere preparatorie) fa parte degli “ultimi anni” di Marx (1880-1883), di cui periodicamente si favoleggiano delle cose a sostegno di determinate tesi. Prima del post debbo però leggere un libretto che mi è stato segnalato da un amico ieri sera e del quale finora ho potuto leggere solo una recensione, trovandovi già una citazione che non trovo corrispondente nelle lettere tra Marx e Karl Kautsky.

Immagino che i lettori del blog siano ansiosi di leggere di tali questioni che occupano la loro mente, com’è naturale, da mane a sera. E se del resto ad alludervi è quel “marxista” di Luciano Canfora, adombrandovi chissà quali abiure marxiane, vorrà pur dire che si tratta di tema importante, quasi essenziale. Portino dunque un po’ di pazienza i lettori del blog.


4 commenti:

  1. 《Prima del post debbo però leggere un libretto che mi è stato segnalato da un amico ieri sera e del quale finora ho potuto leggere solo una recensione, trovandovi già una citazione che non trovo corrispondente nelle lettere tra Marx e Karl Kautsky.》

    "L'altro Marx" di Cinnella?
    Mai letto, sia chiaro. Non ritengo ancora nemmeno di averne le adeguate conoscenze, e per questo sarà benvenuto il suo post.
    L'ho solamente sbirciato in libreria.

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    1. Ebbene no, caro Marcos, non si tratta dell'Altro bensì dell'Ultimo, di Marcello Musto (che ho già recuperato)

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    2. Avevo visto anche questo recentemente, e mi accorgo ora di averne anche letto altrove. Ma me l'ero completamente scordato.
      Leggeró volentieri il suo post, dunque.

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