sabato 6 gennaio 2018

La paura !


La ricostruzione che fa Alessandro Gilioli è molto interessante poiché è basata su esempi concreti e non su fumosità. Egli conclude con:

[…] ci vorrebbe, intanto, la coscienza di quello che è successo in questi decenni. Alla società, alla produzione, al lavoro. E alla percezione di se stessi.

Una coscienza che non c'è - o c'è pochissimo.

Tutto ciò è molto vero, ma ricordiamoci che la “coscienza” non piove dal cielo. E soprattutto ricordiamoci della paura. I padroni la coscienza di classe l’hanno eccome, e sanno fare la lotta di classe senza risparmio e senza guardare in faccia a nessuno. Tanto per dire, l’abolizione di fatto dell’art. 18 dello Statuto è stata la ciliegina sulla torta. La paura, dunque. È questa l’arma dei padroni usata con la massima spregiudicatezza.

Non possiamo chiedere atti di coraggio a chi rischia, se perde il posto di lavoro, di non trovarne mai più un altro, o, quando va bene, di trovare lavoro precario e senza tutele e mal pagato. La paura, la subdola violenza della classe padronale che approfitta della disoccupazione di massa per imporre la propria dittatura pura e semplice, tagliando di netto ogni mediazione.


Come si rimedia a questo stato di cose? Con la “coscienza”? È ancora presto per parlare del come in termini concreti e operativi, ma non credo basti agire in tal senso, anche se è una premessa indispensabile quella di tener viva una coscienza di classe che ci sbarazzi, caro Gilioli, anzitutto delle illusioni del riformismo.

5 commenti:

  1. Perché è ancora presto per parlare in termini concreti e operativi (parole sue) su come rimediare a questo stato di cose?
    Cos'altro deve succedere (parole mie).

    Saluti

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  2. il ministro della paura (ci aveva visto giusto antonio albanese) ci tiene per le palle ma neanche la paura è equamente suddivisa

    che oggi ci siano pure il ceto intermedio terrorizzato è una novità, per decenni loro e i loro figli se l' erano risparmiata, assieme a una bella fetta di proletariato, non più assistiti da un welfare che via via collassa, iniziando dal basso

    tutto questo sconvolge e però siamo ancora allo stadio della indignazione e dello scandalo

    va detto che genericamente in europa nei paesi che contano questa cosa si sente un pò meno che qui, apparati produttivi indirizzati per tempo

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    Risposte
    1. e de andrè:
      "il ministro dei temporali
      in un tripudio di tromboni
      auspicava democrazia
      con la tovaglia sulle mani e le mani sui coglioni"

      siamo ancora allo stadio della indignazione e dello scandalo
      vero

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    2. E' ciò che avrei voluto scrivere io.
      un saluto
      Roberto B

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