venerdì 18 maggio 2018

La realtà e le sue ombre


Troppo facile e comodo stracciarsi le vesti ora. Né di destra né di sinistra, le ideologie sono morte. Così si diceva, e serviva da sponda per demolire tutto ciò che contrastava con le sorti magnifiche e progressive del neoliberismo. Eludendo una contraddizione fondamentale: che se da un lato la produzione è sociale, dall’altro la proprietà è privata. Quando lunedì scorso scrivevo: “lo Stato ha perso ruolo quale regolatore del meccanismo della riproduzione sociale, di garante e interprete dei principi costituzionali e della loro estrinsecazione nella sfera della legislazione, lasciando esposto il lavoro alla condizione darwiniana del mercato”, proprio a questo alludevo. Bisogna dare peso alle parole. Tutto ciò che sta succedendo sotto i nostri occhi da molti anni, non solo in Italia, e di cui paghiamo sempre più le conseguenze, ha a che fare con tale situazione e con l’ideologia che l’ha favorita. È sempre dai rapporti di produzione, piaccia o no, che bisogna partire se si vuol tentare di uscire dalle nebbie della mera analisi politologica, ossia se non ci si vuole fermare alle ombre “misteriose” proiettate sul fondo della caverna.

1 commento:

  1. Dal capitalismo in poi si chiamano rapporti di produzione, ma l'essenza è lo sfruttamento che il Potere fa delle persone tutte:sia lavoratori che nani, ballerine e intellettuali titillatori di movimenti peristaltici.Sfruttamento che avviene da 12.000 anni.

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